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 2006  maggio 12 Venerdì calendario

Osaka. La rosa blu prodotta dall’ingegneria genetica sta per sbocciare sul mercato floreale e promette di alterare non solo gli equilibri del business internazionale dei fiori ma anche i nostri tradizionali parametri estetici

Osaka. La rosa blu prodotta dall’ingegneria genetica sta per sbocciare sul mercato floreale e promette di alterare non solo gli equilibri del business internazionale dei fiori ma anche i nostri tradizionali parametri estetici. Quello che in lingua inglese è sinonimo di impossibile è diventato realtà: alla World Rose Convention che si apre oggi a Osaka fa il suo debutto ufficiale la rosa di colore blu, che non esiste in natura ed è stata creata con le biotecnologie di ricombinazione dei geni dal centro di ricerca della Suntory, in collaborazione con la controllata australiana Florigene. Fin dal 1840, quando la società di orticoltura britannica offrì un forte premio a chi l’avesse sviluppata, la rosa blu è considerata il Santo Graal della floricoltura: le tecniche tradizionali di ibridazione hanno fatto qualche progresso negli ultimi decenni ma senza risultati decisivi. stata la Suntory a cogliere il traguardo investendo nella ricerca floreale 3 miliardi di yen in oltre un decennio: due anni fa c’è stato il primo annuncio e oggi il prodotto biotecnologico è stato perfezionato ed è ormai pronto per il mercato. Tanto che già nascono iniziative collaterali: la stilista Yumi Katsura ha lanciato la collezione ”Blue Rose Sensation” di vestiti matrimoniali. Tuttavia alla prima convention mondiale delle rose che si tiene in Asia (all’Aqua Hall del parco Tsurumiryokuchi Expo ’90) la rosa blu appare ancora sottovetro: non sono ancora pronte le autorizzazioni ad accostarla agli altri fiori. «Mancano un paio di passaggi legali, con ulteriori sperimentazioni fuori laboratorio - chiarisce Hideo Tsujimura, direttore operativo dell’Institute for Advanced Core Technology del centro di ricerca Suntory - ma contiamo di iniziare a commercializzarla, lanciando un marchio, in Giappone e negli Usa nella seconda metà del 2007. Pensiamo che possa spuntare un prezzo di tre volte superiore alla media. L’Europa? Mah, dovremo aspettare che si chiarisca la normativa sugli organismi geneticamente modificati». Suntory stima che il mercato mondiale delle rose valga intorno ai 350 miliardi di yen. «Dal 5 al 10% potrebbe essere conquistato dalla rosa blu - afferma il suo inventore, Yoshikazu Tanaka, 47 anni, capo del team di ricerca che è riuscito a inserire nella rosa il gene mancante che include l’enzima necessario a creare il pigmento blu (delphinidin) - I sondaggi sulle reazioni dei comsumatori sono positivi. Non ho dubbi che tra dieci anni Suntory sarà una società floreale». Tanaka è già giunto a risultati simili con il garofano e sta lavorando alla creazione di varietà blu di gigli e persino di crisantemi (il fiore-simbolo del Giappone e della sua Casa imperiale). Sembrerà strano che una società nota per le bevande alcoliche si sia gettata sulla bioingegneria dei fiori, ma è dagli anni ’90 che Suntory ha deciso di diversificare il business in questa direzione, dalla quale oggi ricava già circa il 7% del suo fatturato, con un centinaio di prodotti da giardino (tra cui un successo mondiale come la surfinia, una varietà di petunia). una società che ama le sfide, fin da quando nel 1923 importò il whisky nell’impero del sakè, mentre di recente ha cavalcato la moda del caffè in lattina con la sua linea Boss (che comprende un ”Bosspresso”) e ampliato la distribuzione (anche con la San Pellegrino e l’Acqua Panna). «Il nostro motto è yatte minaharé!, perché non provarci, in dialetto di Osaka», sorride Tsujimura, guardando soddisfatto una rosa forse meno ”fresca e aulentissima” di quella decantata da Cielo d’Alcamo nel dare inizio alla letteratura italiana. «Sarà, ma a dir la verità a me non piace che si alteri la natura», afferma Laurie Newman, giudice australiano del principale concorso floreale della fiera, evidenziando perplessità diffuse non solo tra i fanatici delle rose. Meglio allora questi trionfi della cultura giapponese: le rose-bonsai e le composizioni di ikebana. Stefano Carrer