Onda n. 20 2006, 10 maggio 2006
Il racconto delle prime luci del Futurismo, il movimento fondato da Filippo Tommaso Marinetti che, con i suoi ideali estetici ed etici, ha avuto un largo e duraturo influsso sulla cultura e sul costume del secolo appena trascorso
Il racconto delle prime luci del Futurismo, il movimento fondato da Filippo Tommaso Marinetti che, con i suoi ideali estetici ed etici, ha avuto un largo e duraturo influsso sulla cultura e sul costume del secolo appena trascorso. La storia di un gruppo di intellettuali, fra politica ed estro, attraverso la vicenda artistica e umana di Umberto Boccioni, uno dei maggiori protagonisti. è questo il quadro in cui si muove ”I colori della gioventù”, film per la televisione interpretato da Andrea Di Stefano nel ruolo di Umberto Boccioni, da Christiane Filangieri nel ruolo di Lorenza e diretto da Gianluigi Calderone. Noi abbiamo incontrato proprio Christiane Filangieri. Abbiamo fatto con l’attrice un pezzo di strada in direzione di Nepi, dalle parti di Roma, dove sta girando i ”Garibaldini”, un film in costume diretto da Stefano Reali, che sarà in televisione nella prossima stagione su Raiuno, una vicenda fra storia e amore, in cui Christiane interpreta una principessa rivoluzionaria. Come Lorenza. «Una donna - spiega la Filangieri - sicuramente provocatoria, passionale, estrema. è la musa ispiratrice di un pittore del calibro di Umberto Boccioni e con lui vive un momento convulso della storia culturale e politica dell’Italia. Naturalmente mi sono appassionata (e informata) anche sul personaggio di Umberto Boccioni, un artista, un uomo tormentato, uno - aggiunge - che capirà sulla propria pelle, e solo alla fine, che la guerra non è un canone estetico». Il racconto copre un arco di soli otto anni. Comincia con Umberto Boccioni ventiseienne, giovane e sconosciuto pittore all’esordio di un’incerta carriera. L’incontro con Marinetti, fondatore e teorico del movimento futurista, diventa presto un sodalizio profondo che lo proietta verso il successo. L’amore arriva inaspettatamente nella figura misteriosa e controversa di Lorenza, anche lei legata al movimento futurista, che diventa la musa di molti suoi capolavori come ”Donna luna” e ”La città che monta”. Nella vita di Boccioni c’è però un’altra donna, Augusta Petrovna, che lo ama e lo aiuta, ma sa anche ritirarsi con discrezione quando capisce che non c’è più spazio per lei. Ma anche Lorenza scomparirà dalla sua vita, improvvisamente, senza spiegazioni. «Lorenza è una donna dalle forti connotazioni - precisa ancora Christiane Filangieri - una capace di indossare un frac e disegnarsi sul viso i baffi». Fra amori, irrequietezze e slanci, i sogni di Umberto si realizzano e il successo arriva con teatri stracolmi, esposizioni parigine e clienti agiati. Ma il futuro incombe. L’attentato all’Arciduca Francesco Ferdinando fa deflagrare il primo conflitto mondiale e quando l’Italia entra in guerra i futuristi partono volontari, affascinati e infatuati dalla grande avventura. L’impatto con la realtà è però terribile, e Umberto ne prende coscienza con disperazione. Il destino fa incontrare ancora Umberto e Lorenza. Ma siamo all’epilogo. Boccioni arriva a cavallo, il fischio di un treno imbizzarrisce l’animale, Umberto cade, è grave. In ospedale, Lorenza gli confessa che Augusta aspetta un figlio da lui: «Digli che guardi, lui che potrà, il futuro», sospira l’artista.