Varie, 10 maggio 2006
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Rimoaldi Anna
• Maria 23 novembre 1924, Poggio (Isola d’Elba/Livorno) 2 agosto 2007 • «[...] Dopo Maria Bellonci, la scrittrice di Rinascimento privato che inventò il premio più popolare e più discusso in Italia e che morì nel 1986, è Anna Maria Rimoaldi che si occupa dello Strega. La descrivono come una potente dispensatrice di destini letterari. Una burattinaia. Qualcuno la detesta. Qualcuno le è affezionato. I più la temono. Molti la blandiscono. Il premio lo vince chi vuole lei, si dice. Qualche volta non è accaduto, ma, assicurato che non è vero, che il suo potere è minimo [...] ”Chi vince lo Strega male, mal gliene incoglie, il suo libro non vende mai bene [...] Giuseppe Pontiggia, che nell’89 batté per un voto Roberto Calasso con un libro che non è il suo migliore. Fu per questo che l’Adelphi non ha più partecipato allo Strega, e mi dispiace molto. Il secondo caso è quello di Ernesto Ferrero, che vinse nel 2000 contro Fosco Maraini”. [...] Adora i camicioni larghi e i pantaloni, entrambi di colore tenue. Vive nell’appartamento di via Fratelli Ruspoli, ai Parioli, dove a giugno i quattrocento Amici della Domenica, la grande giuria dello Strega, votano la cinquina di autori che il primo giovedì di luglio si contendono la palma al Ninfeo di Villa Giulia. La sera della votazione questo appartamento rivestito di libri scuri e incombenti, con le scrivanie stile Savonarola, è un catino di scrittori accaldati, non c’è un centimetro libero fra editori e critici affannati. [...] ”Fino a sedici anni non ho mai letto molto. Amavo il teatro. Poi mi capitò Lucrezia Borgia della Bellonci. Ha presente quel mondo? L´anticonformismo, la libertà estrema, le donne raccontate senza convenzioni. Rimasi suggestionata [...] Studiavo matematica e mi laureai con una tesi sulle statistiche meteorologiche. Ma continuavo a fare teatro. Poi demmo vita a un Istituto di ricerche teatrali e avemmo dei soldi grazie a Giulio Andreotti. Fu allora che conobbi Goffredo Bellonci, il marito di Maria [...] Vinsi un concorso all’ufficio Ecologia del ministero dell’Agricoltura e cominciai a occuparmi di meteorologia. Intanto scrivevo radiodrammi e sceneggiature per la Rai. Feci Romanzo di un maestro da Edmondo De Amicis, che andò in onda dopo il Musichiere, con Paola Borboni e Fosco Giachetti. La Bellonci? La Rai le chiese di sceneggiare la vita di Isabella D’Este. E mi incaricarono di aiutarla. Lavorammo sette anni. Poi la Rai cambiò idea e non ne venne fuori nulla [...] Faceva tutto Maria, che ha sacrificato tanto allo Strega. Per quarant’anni ha lavorato a un libro su Vespasiano Gonzaga che non è mai riuscita a completare [...] Ne era assorbita. E dire che quando nel 1986 decise di partecipare con il suo Rinascimento privato... [...] due Amici della Domenica, Geno Pampaloni e Giovanni Macchia, l’avrebbero presentata, come prescrive il regolamento. Anche Umberto Eco e Lalla Romano la spinsero a presentarsi [...] Molti l¢attaccarono e lei si dispiacque. Pochi mesi prima del premio Maria morì. Ma lo Strega andò a Rinascimento privato [...] Maria mi aveva nominato sua erede e tutto quello che ricevetti è servito per costituire una Fondazione, che svolge tante attività alle quali tengo moltissimo. E che patrocina anche lo Strega [...] Abbiamo assunto l’impegno a continuarlo. E infatti non cambieremo nulla. Lo difendiamo da chi l´attacca. Ma la Fondazione fa altre cose molto importanti, convegni, promozione della lettura... [...] Io non scelgo niente. Io cerco di fare in modo che ogni anno ci siano in gara i romanzi migliori della stagione. Voglio che lo Strega mantenga la sua alta qualità [...] I libri mi arrivano e io vorrei che ce ne fossero tantissimi belli. E che si possa premiare il meglio. Purtroppo non è così [...] perché Calvino perse nel ”66 con le Cosmicomiche? Alla prima selezione prese molti voti. In cinquina entrò anche Alessandro Bonsanti, ma con pochi consensi. Allora il critico Niccolò Gallo e Vittorio Sereni decisero di aiutarlo, tanto sapevano che Calvino avrebbe vinto. Alla fine prevalse Michele Prisco. Un’altra volta, nel ”52, Calvino aveva concorso con Il visconte dimezzato. Ma c’era Moravia con I racconti [...] Nel ”73 tutti davano per sicuro Piero Chiara. Lui si sentiva la vittoria in tasca. Ma poi Manlio Cancogni lo scavalcò. A me interessa che nello Strega ci sia l’agonismo [...] Qualche anno fa è entrato in giuria Gad Lerner, che però non andò a votare. Mi disse che aveva ricevuto tante telefonate da restare ossessionato. ”Ma che le importa?’, replicai. Lui ci ha riflettuto e la volta dopo ha votato [...] Mi immaginate molto più potente di quanto non sia [...]”» (’la Repubblica” 9/5/2006).