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 2006  maggio 10 Mercoledì calendario

Quando hai scoperto di avere una vocalità così fuori dal comune? Avevo 15anni quando per gioco provai ad imitare un mezzosoprano (Cecilia Bartoli, non era ancora famosa e apprezzata in tutto il mondo all’epoca) che eseguiva l’Habanera - bellissima aria - tratta dall’opera di G

Quando hai scoperto di avere una vocalità così fuori dal comune? Avevo 15anni quando per gioco provai ad imitare un mezzosoprano (Cecilia Bartoli, non era ancora famosa e apprezzata in tutto il mondo all’epoca) che eseguiva l’Habanera - bellissima aria - tratta dall’opera di G. Bizet "Carmen" in un programma televisivo della RAI... la voce mi usciva con una tale spontaneità che io stesso ne rimasi stupito, sorpreso, quasi spaventato ( all’epoca non ero a conoscenza della cultura musicale barocca, per me era un mondo sconosciuto, lontanissimo, che ho imparato a conoscere e ad approfondire solo qualche anno più tardi ) e non capivo il perché di una voce così diversa per un ragazzo adolescente, diversa rispetto ai suoi coetanei più "virili"...fatto sta che, preso da un divertito entusiasmo, il giorno dopo il programma televisivo andai in un negozio di musica e mi comprai una musicassetta dell’opera completa e cominciai a studiare imitando....ricordo anche un’altro episodio, che a pensarci ora, dopo quasi venti anni dall’evento, mi fa sorridere, ma allora ne fui profondamente ferito: a nove/dieci anni provai a cantare nel coro della mia parrocchia, ma dovetti abbandonare l’idea di cantare in un coro subito dopo il primo incontro, perché i miei compagni, alcuni più grandi di me di uno/due anni, avevano una voce molto più mascolina della mia e la loro ilarità per la mia voce femminile mi fece provare molta vergogna e imbarazzo....la vergogna che provai fu tale che durante l’esecuzione - fortunatamente era solo una prova - non riuscii più a rilassarmi e la gola mi si chiuse completamente, diventando rigida, dura. Temevo che il nodo che mi si era formato in gola non si sarebbe più sciolto...invece mi bastò lasciare alle spalle le beffe dei compagni e tornarmene a casa. Come è naturale non mi balenò più in testa di riprovare un’esperienza simile. Alcune coincidenze della vita mi hanno poi portato a conoscere persone sensibili alla Musica: quando lavoravo come cameriere (avevo 16anni) in un ristorante a due passi dal lungo mare di Pesaro, mia città natale, la moglie del titolare aveva studiato pianoforte e amava molto la lirica. Insomma per farla breve, mi regalò un nastro live di Maria Callas in Traviata di Verdi.....beh! dal primo ascolto non mi si spense più la fiamma della passione, non solo per la Divina, ma anche per il canto lirico. Mi si spalancò una finestra dalla quale mi affacciai e quello che vidi fuori, mi piacque....chiamiamole coincidenze!!!! La musica era un’arte amata e riconosciuta nel tuo ambiente familiare, oppure è stata la tua vocazione a trascinare con forza il tuo mondo? L’arte della musica era amata soprattutto da mia madre, ma non era contemplata come probabile "professione". Infatti per mio padre io sarei dovuto diventare un elettricista.....vi immaginate Simone Bartolini "elettricista" ? La mia vocazione ebbe il sopravvento e appena compiuta la maggiore età, partii per Roma. Era il 2 novembre del 1987 quando lasciai la stazione di Pesaro....che avventura. La tua stessa voce, quasi recuperata da epoche trascorse, la tua grazia antica, i tuoi interessi musicali così selettivi, e approfonditi con tanta minuziosità, fanno indovinare nella tua persona una forte nostalgia per epoche trascorse, come se tu fossi un essere sopravvissuto al trascorrere del tempo: come vivi questa tua aura secentesca, e il connubio con il tuo evidente e forte fermento emotivo, nella tua musica? Che domanda difficile.....non è "nostalgia per epoche trascorse", non le ho vissute sulla mia carne, realmente, bensì una naturale evoluzione della mia preparazione musicale dettata naturalmente dal repertorio musicale che il mio Canto può offrirmi. Nel ’600 e nel ’700 compositori come Monteverdi, fino ad arrivare a Gluck e Mozart, hanno scritto tante pagine memorabili di letteratura musicale pensate per castrati ( oggi è di costume affidare ruoli di castrato alle donne ): in questi ultimi cinque anni, in Italia, sembra essersi risvegliato un pallido interesse per la musica barocca negli addetti ai lavori. Comunque, è ancora davvero poco quello che si sta facendo per offire al pubblico un programma di sala con un più vasto repertorio musicale , che non sia quello dell’Ottocento o di "repertorio", perchè è noto che piace al pubblico. Senza andare troppo a ritroso nel tempo e volendo ripercorrere le orme della condizione della musica in Italia, in un recente passato, diciamo da 60anni a questa parte, l’insensibilità e l’impreparazione musicale di direttori d’orchestra, unite all’interesse economico di direttori artistici, meno attenti a divulgare Cultura musicale nella sua globalità, ha fatto si che una gran parte dell’opera lirica barocca, per esempio, venisse dimenticata nelle Biblioteche dei Conservatori musicali per decenni, contribuendo così, al continuo sviluppo di un processo meccanico d’involuzione, di regresso di tutta la cultura musicale barocca, iniziato con l’avvento del Romanticismo e i cui risultati, oggi, sono profonde cicatrici di ignoranza, di incultura generale, della gran parte del pubblico, per una parte della Storia della Musica, quella barocca, piena di vitalità, bellissima: chi ha mai sentito nominare l’opera Serse, Rinaldo, Artaserse, Ascanio in Alba....è chiaro che un cartellone con opere come Tosca, Traviata, Boheme, etc. ( oggi in Italia circa l’ottanta/novanta per cento degli allestimenti operistici, sono dedicati a opere liriche dell’Otto e primo Novecento) attiri di più il pubblico. Ma sono convinto che il pubblico può e dev’essere educato anche ad una musica, quella barocca appunto, che non rientra nel business ma che comunque ci appartiene, è un repertorio che può essere fruito e percepito da noi tutti come frammento d’una cultura trascorsa ma non perduta.... E’ Cultura, cos’altro dire? Forse basterebbe avere più coraggio e più fiducia nel pubblico.... mi sono dilungato, lo so!!! La mia "aura secentesca" deve adeguarsi ogni volta agli eventi che le si pongono davanti. Se voglio lavorare!!! Poi magari hai successo, non è il caso mio, acquisisci potere...e poi va a finire che tutti ti ascoltano. Il mio "fermento emotivo" ogni volta si adegua al mio stato d’animo e a quello che la musica in quel preciso momento mi comunica. Quello che è certo, è la mia sincerità emotiva ogni volta. I tuoi interessi musicali sono in maniera selettiva puntati sulle epoche del Barocco, e del Romanticismo, ma dei due stili quali vedi più consonanti alla tua persona, di quale epoca ti senti ancora il tramite? Per temperamento mi sento vicino al pathos del periodo Romantico; per gusto e stile a quello Barocco, soprattutto. Delle voci secentesche come la tua, voci di angelo - nè di uomo, nè di donna, nè di bambino - si disse all’epoca che emanavano un forte mistero, un che di soprannaturale, tu avverti ancora questo senso di mistero e di sacralità nella tua musica? Bisogna contestualizzare: è fondamentale esaminare il contesto storico-culturale, sociale e di costume dell’epoca in cui i castrati operavano. Solo così si può arrivare a capire le ragioni del perché queste enigmatiche figure fossero osannate, amate. Gli evirati cantori erano idolatrati come oggi lo sono i grandi divi del calcio o della musica leggera. Oggi non è più così, molto è cambiato. Quando si esegue della musica, sia essa antica o moderna, è molto importante dare corpo all’essenza della tua anima che in quel momento vuole esprimere - tramite il linguaggio della musica, dell’Arte in genere - il suo Essere. Cosa c’è di più misterioso, sacro e soprannaturale, che riuscire ad esprimere noi stessi nella forma più mistica per antonomasia, la Creatività? A chi, in campo musicale, conservi più gratitudine, per la tua formazione? Prima di tutto a me stesso, per i miei sacrifici e la mia costanza. Un grazie a due miei cari amici Dina e Aldo. Poi naturalmente un grazie alla mia amata insegnante, Anne English Santucci. Tra le tue varie esperienze musicali spiccano i nomi, fuori dal contesto operistico, di Roberto De Simone, e di Franco Battiato. Vuoi parlarci dell’approccio che hai avuto con questi due grandi musicisti? Con chi il rapporto è stato più consonante, e la musica più fluidamente affine alla tua espressività? Il mio approccio con De Simone è avvenuto alla fine del 1997 con un’audizione. In un secondo momento fui ricontattato per la preparazione di alcune musiche ( due brani musicali del 1500 che il Maestro trascrisse nella mia tonalità ) che poi ho eseguito in occasione di un concerto che si è tenuto al Teatro di Corte del Palazzo Reale di Napoli. In quel periodo stava anche preparando l’esecuzione della sua "Cantata dedicata ai Bambini morti per Mafia" . Mi diede da studiare una parte pensata per un sopranista, davvero interessante musicalmente e ricordo che era abbastanza difficile per alcune sonorità dissonanti. All’epoca era Direttore del Conservatorio Statale di Musica "S. Pietro a Majella" di Napoli, appunto. Ho avuto modo di frequentarlo per un’intera settimana. Una settimana ricca di un’esperienza musicale che il Maestro ha saputo trasmettermi con una forte carica di Artista, qual è, in maniera semplice, vera, profonda, acuta. Da quella esperienza ne sono uscito con un bagaglio musicale più ricco e importante. De Simone è’ squisitamente gentile nella sua formalità. Ero consulente artistico per la musica barocca al Festival delle Ville Tuscolane a Roma, quando conobbi il Battiato nel luglio 1999. Il direttore artistico del Festival aveva pensato ad un concerto musicale itinerante "Le Icone della musica" dove era previsto anche un mio intervento vocale dove cantavo, accompagnato dalla tiorba ( chitarrone barocco), due brani del 1600. Il concerto chiudeva con Franco Battiato e potete immaginare il delirio della folla. Alla fine del concerto, durato poco più di due ore, andammo, noi dell’organizzazione del Festival, a cena, invitando Battiato e Sgalambro. Ricordo che la sua prima battuta, rivolgendosi al sottoscritto, fu che ci dovessimo dare del "tu". Ero imbarazzato!!! Poi mi fece qualche domanda sulla mia estensione e tecnica vocale. Chiarite alcune cose, ci salutammo alla fine, quando ognuno se ne partiva chi per l’albergo e chi per le proprie abitazioni. Era il 9 luglio 1999. Tempo dieci, quindici giorni e per fax mi arriva la musica di "Invito al viaggio". Beh, vi immaginate che colpo al cuore? e che emozione? La mia prima esibizione con la musica di Franco è avvenuta a Taormina il 12 agosto ’99 al Teatro Greco, proprio con "Invito al viaggio". Che paura...che emozione ragazzi!!!! Quando grandi musicisti ti propongono una musica scritta bene e su misura per te, interprete vocale, il lavoro è già pronto per metà. E’ come farsi fare da un bravo sarto un’ abito su misura. Ci stai comodo e basta! Il resto va’ da sé di volta in volta che la musica la studi e diventa sempre più tua, comincia ad appartenerti e tu appartieni a lei, poi ci metti la tua firma di interprete, di Artista. Franco mi ha dato una maggiore possibilità di esprimermi sia musicalmente che come interprete, soprattutto in Campi Magnetici. Non potete immaginare quanto gliene sia grato. Ho Collaborato con Franco per quasi due anni, mi viene spontaneo dire che la mia "fluidità espressiva" e consonanza siano, attualmente, più vicine al Maestro Franco Battiato. Come descriveresti il rapporto umano avuto con il Franco Battiato? "Mistico e sensuale". Ha saputo imprigionarmi del tutto. In Battiato molto forte è il senso mistico della vita, questo avviene anche nella tua persona, oppure prevale il senso pragmatico dell’esistenza? Ci evolviamo, o meglio, il nostro spirito si evolve nella sofferenza per elevarsi. E’ alla continua ricerca della parte più alta, più nobile del proprio essere in Spirito: la forma mistica che l’uomo, nella sua misera cognizione della vita, ha saputo riconoscere in sé la sua parte intangibile. Ho letto che "Invito al Viaggio" e "Medievale", sono state scritte, da Battiato, per te, me lo confermi? Si, i miei interventi Franco li ha pensati e scritti esclusivamente per me, per la mia voce. Ho avuto modo di sentire più di una volta, dal vivo questi due pezzi, ed altri, e devo dire che l’apprezzamento per il tuo contributo da parte del pubblico di Battiato era molto evidente: mi confermi questa sensazione, e hai avuto, in altre occasioni, un così deciso apprezzamento da parte di un pubblico non abituato alle tue atmosfere classiche? Simone Bartolini ad Agrigento, prove.Tour Fleur(s) Il pubblico di Franco ha saputo essere con me molto generoso in tutte le occasioni in cui ero presente. E approfitto per dire un GRAZIE sincero a tutti. Ricordo con molto affetto, per esempio, il concerto tenuto a Ferrara, dove Franco mi chiamò sul proscenio alla fine di "Invito al viaggio" e dove mi sono sentito letteralmente travolto da urla festose, applausi e centinaia di visi di giovani ragazzi raggianti. E’ stato bellissimo. Non mi era mai capitato di ricevere, in maniera così travolgente, caloroso affetto da parte di un pubblico abituato certamente ad una vocalità e sonorità meno "accademiche". Difficile da dimenticare. Qual è l’opinione di un addetto ai lavori come te circa la musica di Battiato? Avverto una continua ricerca introspettiva, nuove sonorità, nuove espressioni ritmiche molto spesso stupefacenti per la loro forte carica emotiva, che ti coinvolgono completamente nell’ Anima, nella Mente e nello Spirito. Non è mai ripetitiva, può piacerti o no....ma mai noiosa, sempre piena di fascino. Alcune volte seduttrice. Ricca di significati mistici, ma anche di quelli terreni come la gioia e tremendamente malinconica alcune volte ( L’ombra della luce ), ma di una malinconia sana, è l’anima che parla un linguaggio di dolore che molto spesso non vogliamo riconoscere come nostro, ma ci appartiene. Mi sorprende ogni volta. Cosa pensi del suo ultimo Cd "Ferro Battuto", osannato dai critici, e in vetta alle classifiche? M’interessa la tua opinione poichè trovo " Ferro Battuto", un esempio molto particolare, di creatività. In questo momento lo sto ascoltando.... penso di aver in gran parte risposto a questa domanda con la risposta precedente. La Creatività chiede solo di essere espressa in maniera completa, possibilmente senza compromessi, così, come la percepisci al momento crei. Ho trovato, personalmente, in Ferro Battuto, una forte carica energica, positiva, un linguaggio musicale seducente che, brillando di luce propria, taglia di netto, attraversandoli, i colori prismatici della luce riflessa su un quarzo ( amo particolarmente i brani "Bist du bei mir", "Personalità empirica", "Il cammino interminabile", "Scherzo in minore" ) e cosa dire di "Running against the grain", la trovo fantastica. Nel prossimo Tour di Battiato ci sarai? Ahimé, no. Con il tuo gruppo " Arcadia", hai in programma incisioni, o concerti? Se sì dove? Per ora no!!! E’ difficile trovare e convincere un produttore. Qual è in assoluto il pezzo che preferisci interpretare? Ora mi sento attratto particolarmente da Oceano di silenzio, l’intervento del soprano......amo molto interpretare per esempio Cara sposa di Handel, oppure Sposa son disprezzata di Vivaldi (scritta per Farinelli ), Alto Giove di Porpora ( scritta per Farinelli ).....ma questa è altra musica. Sei anche un autore, ti sei mai cimentato? Non mi interessa. Per ora amo solo cantare, interpretare. Quale strumento suoni o hai studiato? Ho studiato un po’ il pianoforte (quanto basta per studiare la musica che poi dovrò eseguire con la voce). Qual è la voce femminile - soprano o altro che sia, da te più amata? Nonostante non abbia mai avuto una bella voce, amo soprattutto l’interprete Maria Callas e la sua straziante espressività. Ami anche musica non operistica? se sì chi apprezzi nella scena musicale attuale? Battiato, Consoli, Neffa, Elisa, Giorgia, De Andrè ( la sua opera sempre attuale ), De Gregori, Vasco Rossi, Madonna, Dido..... Se tu non fossi stato un musicista cosa avresti voluto essere?; hai una laurea o un sogno nel cassetto? Ricordo che avrei voluto studiare per diventare un Professore d’italiano....ma di necessità virtù, andai a lavorare subito dopo la Licenzia Media. Mi sono diplomato soltanto all’età di 25anni sostenendo esami tipo 4anni in uno.....non sono laureato. Nel mio cassetto ho trovato il desiderio di prendere parte a San Remo. Ti ritieni un uomo di cultura? No. Quale libro consiglieresti come fondamentale? Credo che abbiate sbagliato persona, nel rivolgere a me questa domanda....Tuttavia, n ei miei periodi più brutti mi ha aiutato leggere i saggi di Hermann Hesse ( Il coraggio di ogni giorno ) per esempio. Amo molto le autrici donne per la loro capacità di saper cogliere profondamente e con acutezza il carattere umano e trasferirlo ai loro personaggi e rendere il tutto molto reale, vero: Oriana Fallaci, Isabel Allende, Marguerite Yourcenar, Jane Austen, Virginia Woolf, Emily Bronte solo per citarne alcune. Penso che in una libreria non debba mancare il Diario di Anna Frank. Che rapporto hai con "l’altra metà del cielo ?...ricordando un po’ le diatribe ( Farinelli-primedonne) di altre epoche :-)) Amo la donna, le mie amicizie sono soprattutto legate alle donne e mi sento molto vicino alla loro sensibilità, al loro mondo e al loro essere alcune volte "uomini" :-)) Cosa pensi della rivoluzione internet? Un potente e rivoluzionario linguaggio di comunicazione di massa. Ti si può vedere chattare o navigare? Uso internet quasi esclusivamente per motivi di lavoro, in funzione delle mie necessità professionali. Quali sono, secondo la tua personale scala, i valori per te più importanti? La dignità personale, il rispetto per se stessi e per gli altri, l’onestà intellettuale, l’amicizia sincera che può diventare onesta complicità, sana umiltà, generosità...allora possiamo dire di saper AMARE. Ritieni più essenziale per la tua persona un’esistenza in connubio con un’altra persona, oppure una solitudine scelta e ricca di stimoli creativi e vitali? Quando il cunnubio con la persona che ami sinceramente è forte, vero, i tuoi stimoli creativi diventano più vitali perché forti di un’energia vitale che è anche quella della persona alla quale tu stai a cuore, che ti vuole bene, ti ama, ti stima. Ti senti più protetto, più forte. Non sei solo. Non credo in assoluto nei valori della vita "eremitica". La solitudine non è sempre positiva e secondo un mio modesto parere a lungo andare può diventare distruttiva per la propria personalità. Alcune volte sento il bisogno di starmene chiuso in una stanza, solo. Allora leggo, ma non sempre riesco a concentrarmi, ascolto musica. Ma sono quelle rare volte in cui di tutto avrei bisogno tranne che di tormentarmi per il dolore di certe insicurezze, incertezze della mia esistenza. La solitudine può diventare l’anticamera di un precipizio. Guai lasciarsi trascinare da essa. Attualmente in quale città vivi? Nella bellissima e magica città di Roma. Qual è il tuo sogno più grande? Un capovolgimento rivoluzionario del sistema attuale di questa società. Iniziare tutto da capo.