Antonella Amapane, La Stampa, 06/05/2006, 6 maggio 2006
Io, la regina di moda e modelle, La Stampa, 6 Maggio 2006 Nella moda non muove foglia che lei non voglia
Io, la regina di moda e modelle, La Stampa, 6 Maggio 2006 Nella moda non muove foglia che lei non voglia. Franca Sozzani è considerata uno dei 60 creatori di stile europei. Attraverso le pagine di «Vogue» Italia, di cui è direttrice dal 1988, ha inventato un linguaggio estetico fatto di immagini forti. Quando ancora da noi la fotografia era considerata un mezzo per mostare gli abiti e basta. Lei, invece, i vestiti non li faceva vedere, se non interpretati da estrosi fotografi che scovava in giro per il mondo. Ha lanciato Meisel, Lindbergh, Roversi, Ritts e molti altri. Per queste sue capacità di guardare le cose in modo sempre nuovo e diverso, di individuare talenti in bozzolo e migliorare quelli già emersi, di fiutare i trend con grande anticipo, di mischiare arte e attualità con gusto sublime, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo lunedì le consegnerà il premio StellaRe. Una sorta di anello di fidanzamento disegnato da Maurizio Cattelan, dedicato ogni anno a una donna che lascia un segno significativo nel suo campo. Fra gli ospiti attesi all’evento: Gianfranco Ferrè, Miuccia Prada, Eva Cavalli, Alberta Ferretti, John e Lavinia Elkann, Alberto Biani, Sergio e Pigi Loro Piana, Anna Zegna. A presentare Franca Sozzani al ristretto numero di invitati, sarà il direttore creativo di Yves Saint Laurent, Stefano Pilati. Lui e non altri per vari motivi. Anche uno del cuore. «Intanto perchè è l’ italiano esportato per eccellenza. Il più prestigioso a Parigi, è giusto sostenerelo. Poi perchè YSL è il primo stilista che ho conosciuto e amato. Da ragazza vestivo solo con i suoi capi. Quando aprì l’atelier-boutique a Milano chiese alle figlie delle sue clienti, me compresa, di indossare alcuni abiti. Erano gli Anni ’70, ho ancora quella foto», racconta Sozzani. Capelli lunghi, ondulati, biondi. Fisico minuto, modi asciutti. E la fama di cattiva. E’ veramente così? «No, sono riservata, poco espansiva, è una forma di timidezza. Vado dritta al punto, non mi perdo in chiacchiere. Esigente, non dura». La differenza fra lei e Anna Wintour, temutissimo direttore di «Vogue» America? «Io sorrido e sfuggo, lei sfugge e sorride meno», scherza. Ma un suo giudizio negativo manda in crisi qualsiasi stilista... «Si lavora duro, si conquista credibilità assumendosi i rischi del caso. A volte ti ascoltano a volte no. Dico sempre quel che penso, anche a costo di litigare. Gli stilisti si circondano di persone che li assecondano. Non amano il confronto, prendono male le critiche». Nata a Mantova, dove ha vissuto fino alle elementari con la sorella Carla; nel ’62 segue il padre ingegnere della Fiat e si trasferisce a Torino per due anni. Segue un periodo in collegio in Francia, quindi le Marcelline a Milano, la laurea in lettere e filosofia alla Cattolica. Un matrimonio, due convivenze. A 21 anni si sposa, dopo tre mesi è separata. «Decido di darmi una mossa. Rispondo a un’inserzione sul ”Corriere”. Cercavano una ragazza alla Condè Nast, la casa editrice di ”Vogue”». Comincia la gavetta. Prima redattrice a «Vogue Bambini», poi «Glamour», «Per Lui». A un certo punto stava per andarsene. Resta perché le offrono la direzione di «Vogue». Altro percorso in salita. I suoi servizi non li capisce quasi nessuno. Tanto meno gli stilisti. Tiene duro. Il successo arriva quando gli altri cominciano a copiarla. Della moda le piace che sia in continuo divenire. Non ha mai pensato di disegnare una sua collezione. «Mi intriga la parte legata all’immagine. Per emergere e farsi sentire a livello internazionale bisogna estremizzare i messaggi urlandoli. La ricerca da allora a oggi è stata notevole. Da attaccapanni le modelle son diventate star, quindi il grunge, il minimal... ho cavalcato tutti questi fenomeni». Con coraggio, osando sempre un po’ di più. Come nel servizio «Make Over Madness» di Steven Maisel che denuncia l’ossessione delle donne per la chirurgia estetica. E ritrae modelle gonfie di lividi, suturate, bendate. Franca Sozzani lontano dai riflettori ha debolezze e passioni. «Mi emoziona parlare di mio figlio, mi piace essere madre. Sto volentieri con gli amici a chiacchierare di argomenti non di moda. Mi godo le cose semplici. Adoro andare al cinema, leggere. Sono golosissima di dolci, a volte mi tengo, a volte no...». Le sue icone di bellezza favorite? «Linda Evangelista, Kate Moss, Scarlett Johnanson...Cerco sempre facce di ragazze che stanno diventando donne, volti che ti guardano, ti inchiodano». Antonella Amapane