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 2006  maggio 09 Martedì calendario

«Nell’Universo non siamo soli», Corriere della Sera, 9 maggio 2006 Intervista a Stephen Hawking: «Sì, altre vite possono esistere in mondi paralleli» Professor Stephen Hawking oggi l’uomo è in grado di spiegare l’universo e la sua natura, oppure la scienza non fornisce ancora strumenti di conoscenza sufficienti? Negli ultimi cent’anni abbiamo compiuto progressi spettacolari nella comprensione dell’universo

«Nell’Universo non siamo soli», Corriere della Sera, 9 maggio 2006 Intervista a Stephen Hawking: «Sì, altre vite possono esistere in mondi paralleli» Professor Stephen Hawking oggi l’uomo è in grado di spiegare l’universo e la sua natura, oppure la scienza non fornisce ancora strumenti di conoscenza sufficienti? Negli ultimi cent’anni abbiamo compiuto progressi spettacolari nella comprensione dell’universo. Ora sappiamo quali sono le leggi che governano ciò che avviene in ogni condizione, tranne le più estreme, come l’origine dell’universo o i buchi neri. In molti, me compreso, avevamo sperato di trovare presto una teoria fondamentale, da poter applicare anche a situazioni simili e che potesse essere messa, nero su bianco, come un punto fermo. Questo ci avrebbe consentito di prevedere tutto nell’universo. Per una teoria del genere oggi abbiamo un candidato forte, la cosiddetta "M-teoria". Non si tratta, tuttavia, di una singola teoria ma di un’intera serie. Per il momento, tuttavia, sembra che non sia possibile formulare direttamente una teoria di base, ma soltanto una serie di approssimazioni sempre più precise. Può darsi, quindi, che non si arrivi mai alla fine della nostra ricerca, a una comprensione completa dell’universo. E in un certo senso sono contento. La scienza, una volta trovata la spiegazione ad ogni fondamento, sarebbe come l’alpinismo dopo l’Everest. La razza umana ha bisogno di una sfida intellettuale. Sarebbe noioso essere Dio, e non avere più niente da scoprire. Nella spiegazione del cielo ci sono due grandi misteri: la materia oscura e la forza oscura così chiamate proprio perché restano enigmatiche. Esse costituiscono la maggior parte dell’universo conosciuto, il 95 per cento, ed entrambe sono previste teoricamente però finora gli astronomi non hanno raccolto la prova della loro esistenza. Ma esistono davvero o sono soltanto una necessità della teoria? La materia ordinaria, il materiale di cui siamo fatti noi e le stelle, costituisce soltanto il 5 per cento della massa dell’universo. Un altro 25 per cento della massa dell’universo è in forma di materia oscura, materia che non possiamo vedere ma di cui possiamo rilevare la presenza grazie alla sua gravità. Sembra però che il 70 per cento dell’universo esista sotto una forma che noi chiamiamo energia oscura, un tipo di materia misteriosa che fa accelerare l’espansione dell’universo anziché rallentarla, come fanno la materia ordinaria e quella oscura. Con un po’ di fortuna identificheremo la materia oscura in qualche particella debole interagente. L’energia oscura è più difficile. Può essere un campo che si indebolisce lentamente oppure, come penso più probabile, una forma che noi chiamiamo energia vuota. Soltanto delle future misurazioni più accurate potranno metterci in condizione di distinguere fra queste due possibilità. Si dice che la filosofia e la metafisica abbiano il diritto di spiegare la nascita del cosmo mentre lo scienziato dovrebbe limitarsi a decifrare la sua evoluzione: condivide questo giudizio? I filosofi non sono stati al passo con i moderni sviluppi della fisica e della biologia. Il risultato è che le loro discussioni sembrano sempre più datate e fuori luogo. Non va bene liquidare la scienza come mero dettaglio tecnico. Darwin, la biologia molecolare e la cosmologia moderna hanno determinato un profondo cambiamento nel modo in cui vediamo noi stessi e il nostro posto nell’universo. La filosofia dovrebbe riflettere su questi aspetti, se non vuole diventare un banale gioco linguistico. Albert Einstein ha cercato inutilmente negli ultimi decenni della sua vita di creare una teoria unica capace di spiegare tutto. Una «teoria del tutto» è ancora possibile immaginarla o rimane un sogno lontano e impossibile? Nel 1985 si è sostenuto che la teoria fondamentale fosse quella delle stringhe, ma negli anni successivi si è capito quanto la situazione fosse più complicata ma anche più interessante. Ora ci affidiamo invece, come dicevo, all’idea di una rete battezzata M-teoria. Tutte le teorie che ne fanno parte si possono considerare approssimazioni della medesima teoria di base, secondo limiti diversi. Ed ognuna è valida per la sua parte. Tutti cerchiamo di sapere che cosa esistesse prima del Big Bang dal quale è nato l’universo conosciuto: si può tentare una risposta? Chiedere che cosa ci fosse prima del Big Bang è come domandarsi che cosa c’è a nord del Polo Nord. Io la vedo come una domanda senza senso. Ritiene che la vita possa esistere anche su altri corpi celesti lontani dalla Terra? Penso che la vita si sia sviluppata sulla Terra spontaneamente, per cui deve essere possibile che si manifesti da altre parti dell’Universo. Non siamo soli, ma altre vite potrebbero esserci a distanze lontanissime. Tutti noi vogliamo sapere da dove veniamo e perché siamo qui. Per questo motivo ho scritto i miei libri per il grande pubblico. Voglio che la gente abbia il diritto di condividere l’entusiasmo delle scoperte che stiamo facendo. Dopo tutto, è il pubblico che paga la ricerca. La M-teoria, che noi riteniamo fondamentale per la fisica, permette l’esistenza contemporanea di molti universi differenti con leggi della fisica apparentemente diverse anche se sono dei riflessi della medesima teoria fondamentale. Solo se possiamo sperare di comprenderla saremo in grado di arrivare a conoscere il significato della nostra esistenza. Lei crede in Dio? Non parlo delle mie convinzioni private. Oggi l’uomo ha più bisogno della scienza o di una fede religiosa? La scienza risponde sempre di più a interrogativi che prima erano appannaggio della religione. Il solo campo che oggi la religione può rivendicare è quello dell’origine dell’Universo, ma anche qui la scienza sta facendo progressi e presto darà una risposta definitiva a come tutto è cominciato. Giovanni Caprara