Alberta Marzotto, Affari & Finanza La Repubblica 08/05/2006 (Ma Maria Laura Rodotà è ancora direttore di Amica? Secondo me, no - GdA), 8 maggio 2006
L’elogio dell’uomo che sogna, Affari & Finanza La Repubblica, 8 maggio 2006 Sette anni fa "L’Espresso" aveva sdoganato il culo sulle pagine della stampa di qualità con un lungo dossier curato da Chiara Beria d’Argentine e dall’indimenticabile Marisa Rusconi
L’elogio dell’uomo che sogna, Affari & Finanza La Repubblica, 8 maggio 2006 Sette anni fa "L’Espresso" aveva sdoganato il culo sulle pagine della stampa di qualità con un lungo dossier curato da Chiara Beria d’Argentine e dall’indimenticabile Marisa Rusconi. Adesso la nuova "Amica" di Maria Laura Rodotà porta all’onore del mondo con ammiccante libertà di espressione l’amore anale, versione etero della biblica sodomia. E poi si diffonde sulla masturbazione femminile, pratica in realtà già ampiamente accettata dal sistema della comunicazione, perfino da quella pubblicitaria. Ora tutte noi aspettiamo che Maria Laura affronti l’intrigante questione dell’autoerotismo maschile. Anche in questo caso il tabù è già stato rotto dagli intellettuali sia per paventarne gli effetti psicologici (Jean Jacques Rousseau lo definiva "quel pericoloso supplemento") sia per esaltarlo con trasgressiva autoironia (Arthur Rimabud: "Un vero artista ha sempre la mano nella patta"; Woody Allen: "E’ il sesso con qualcuno che veramente amo"). Il piacere solitario dei maschi è già diventato un argomento degli uomini di spettacolo (la canzone "Disperato erotico, stomp...", di Lucio Dalla; "XXX", la piece teatrale dei catalani del Fura dels Baus tratta dalla "Filosofia del boudoir"). Se ne parla con spigliatezza cameratesca in tv: basta vedere Zelig. E perfino in occasioni solenni come il Premio Pitti. Ormai è storia, a Palazzo Vecchio, nella Sala dei Cinquecento, l’industriale Patrizio Bertelli non seppe rinunciare alla polemica su scarpe e borse fatte sempre e tutte a mano: "Ovvia, oggi, a mano, non si fanno più neanche le seghe!". La verità è che, nonostante le condanne della Chiesa, l’onanismo sta ormai acquistando piena dignità nel linguaggio dopo essere diventata da tempo lo scopo inespresso della moda più aggressiva. E diventa perciò interessante capirlo, e verbalizzarlo. Le sfilate, le campagne pubblicitarie e, dopo, l’esibizione dei modelli più oseé da parte di molte di noi in una cena o per strada sollecitano le fantasie sessuali di chi guarda. Degli uomini, anzitutto. La critica perbenista suggerisce la seduzione quale finalità di una trasparenza o di una scollatura. Ma siamo oneste: la seduzione viene dopo l’esibizione e richiede il tempo di far balenare la propria personalità. L’immagine, invece, colpisce all’impronta. E può determinare anche negli adulti la stessa eccitazione che provano gli adolescenti. Non di rado, potremmo dire, la moda è segogena. Le signore, che se ne avvalgono e non hanno paura di guardarsi dentro, potranno allora scoprire il sommo piacere di immaginare che quei distinti signori poi, tornando a casa, riscoprono il segreto piacere di tornare ragazzi. Tutti per una, una per tutti. Alberta Marzotto