varie, 9 maggio 2006
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NAPOLITANO Clio Chiaravalle (Ancona) 10 novembre 1934. Avvocato. Moglie di Giorgio Napolitano • «Lui, Giorgio Napolitano, è attento alla forma e soppesa le parole
NAPOLITANO Clio Chiaravalle (Ancona) 10 novembre 1934. Avvocato. Moglie di Giorgio Napolitano • «Lui, Giorgio Napolitano, è attento alla forma e soppesa le parole. Lei, Clio Bittoni, non resiste alle battute dirette. Comprese quelle sulle pignolerie del marito. Lui non ha mai fumato in vita sua. Lei non rinuncia alle sigarette: nemmeno le campagne antifumo proclamate con la legge hanno minato il suo gusto per quel piacere. La voce di lui ricorda il velluto. Quella di lei è profonda, quasi baritonale, e roca. In quanto ai capelli, lui li ha persi a trent’anni. Lei invece li ha tutti, foltissimi, tagliati a caschetto. Nei diverbi coniugali, lui tende a ragionare e a razionalizzare. Lei, forse per reazione alla pacatezza napolitanea, alza la voce e litiga come si deve. Sfoghi. Qualche grido. E poi punto e basta. A capo. I Napolitano, cinquant’anni di matrimonio da festeggiare nell’ottobre 2009, sono una coppia di quelle alla Botteghe Oscure d’un tempo. Un solido equilibrio basato sulla diversità e la indiscussa individualità. Sorride Emanuele Macaluso, che li conosce da una vita: ”Clio non è il tipo di donna che se ne sta ”accucciata’ ai piedi del suo uomo. Apprezzo il genere. Le donne troppo accondiscendenti non ti mettono mai in discussione, non ti costringono a riflettere su te stesso. Quindi non ti migliorano ma lasciano spazio ai tuoi difetti. Ecco, Clio con la sua schiettezza ha sicuramente migliorato Giorgio...” Altro che ”accucciata”. Come racconta Paola Severini nella bella intervista ”Un rapporto alla pari’ inserita nel suo libro Le mogli della Repubblica (Baldini Castoldi Dalai) [...] la scelta di quel nome, Clio, è già una dichiarazione di indipendenza dal cattolicesimo italiano. I suoi (padre comunista, madre socialista, marchigiani, laicissimi) sono confinati a Ponza, con loro c’è Giorgio Amendola. Nel 1934 nasce Clio. Si ritrova quel nome, la musa della storia e della poesia epica, in nome della laicità e in onore di un compagno comunista greco confinato con i genitori. Si laurea in legge a Napoli, dove conosce Giorgio Napolitano. Lo sposa in Campidoglio nell’ottobre ”59, uno dei testimoni è Gerardo Chiaromonte. Lui già deputato, con aspirazioni giovanili da regista: ”Da ragazzo diresse come regista La casa sull’acqua, i bozzetti erano di Giuseppe Patroni Griffi”. Lei era avvocato, prima come libera professionista e poi per decenni nella Lega delle cooperative. Lavoro di soddisfazione coronato dalla nomina a responsabile dell’ufficio legislativo [...] Con la Lega smise nel 1992, quando Giorgio diventò presidente della Camera. E perché? Ancora dall’intervista di Paola Severini: ”Mi sembrava inopportuno continuare, essendo le mie controparti i presidenti delle commissioni parlamentari, la presidenza del Consiglio e altri organismi istituzionali...”. Lei continuò la vita di prima, anche da prima signora della Camera, nonostante l’appartamento a Montecitorio: autobus, taxi, la spazzatura buttata da sola nei cassonetti però nascosta ”nei sacchetti delle boutique perché mi sembrava indecoroso” quando Giorgio era ministro degli Interni. Idee chiare, insomma, senza fronzoli. Quindi niente telefonino ma solo linea urbana. Niente freezer ma frigorifero tradizionale. Amicizie che durano nei decenni. Una, solidissima, con Bruna Bellonzi, moglie di Sandro Curzi. I quattro ex Pci vivono a pochi passi di distanza dal quartiere Monti e le mogli partecipano ancora insieme a riunioni politiche. Un’altra consuetudine è quella con Letizia Berlinguer, la vedova di Enrico: tante Pasque festeggiate in gruppo alle Frattocchie, la scuola di partito del Pci, con i figli che sono restati amici anche da adulti. Clio laica, Letizia cattolica, ma identiche nel modo di starsene in disparte forti di una propria personalità. In quanto alla fede: ”I figli non sono stati battezzati con grande dolore di mia suocera. Io li avrei battezzati perché quando nacque il primo figlio, Giovanni... il secondo non l’ha mai conosciuto perché nel frattempo morì... lei venne a Roma con il vestitino del battesimo che era dei suoi figli. Ma mio marito disse che non voleva”. In quanto ai giudizi politici (ancora la miniera di ricordi di Macaluso) ”i pareri dei due possono essere diversi, e non se lo nascondono”. Per fare un esempio, lei, da avvocato, giudica Claudio Martelli un ottimo ministro della Giustizia. Romanticismi? No. In compenso granitiche certezze: ”Non ho mai pensato che fosse un rapporto che non dovesse durare. In ogni caso, lo dico sempre, se questo rapporto non fosse durato, io non ne avrei più instaurato un altro”. Gelosie? Fatiche per tenerselo? Figuriamoci: ”E dove andava? Noi abbiamo una vita familiare molto, come posso dire, non è forse proprio il termine giusto, molto intima [...] Il mio modo di vivere è reale, non è frutto di una posa”» (Paolo Conti, ”Corriere della Sera” 9/5/2006).