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 2006  maggio 07 Domenica calendario

 una segretaria scomoda, troviamole un posto o ci rovina. Corriere della Sera, domenica 7 maggio 2006

 una segretaria scomoda, troviamole un posto o ci rovina. Corriere della Sera, domenica 7 maggio 2006. Mezzo mondo del pallone mobilitato per il licenziamento di una signora. successo nell’autunno del 2004, dopoché Maria Grazia Fazi era stata bruscamente allontanata dagli uffici della Can di A e B, con tanto di cambio della serratura. E aveva cominciato a chiamare qualche cronista: "Forse avrò qualcosa da dire; magari ci risentiamo fra un mese; state con gli occhi aperti". Il 16 settembre 2004, il vicepresidente federale Mazzini aveva detto a Moggi, come scritto negli atti di archiviazione dal procuratore generale di Torino, Maddalena: "Ciano, stai attento al Corriere dello Sport... Sanno tutto e non aspettano altro... Da quel che ho capito lei si è premunita". Le successive telefonate non sono mai arrivate, forse perché, nel frattempo, il figlio era stato assunto nell’amministrazione della Figc, mentre lei ora è operativa nella struttura per ottenere l’organizzazione di Euro 2012. Alla Can, la signora Fazi reggeva le sorti della segreteria, insieme con Manfredi Martino, figlio di Biagio, già componente dell’Ufficio indagini e ora vicepresidente della commissione antidoping. E doveva essere una segretaria potentissima, nonché assai gradita alla Juve se, dopo il suo allontanamento, preteso da Pairetto, perché troppo vicino all’altro designatore, Bergamo (messo lì, nel ’99 da Juve e Milan, con Pairetto scelto per coprire soprattutto la Roma, prima del grande rimescolamento generale), Moggi aveva intrapreso una battaglia personale per trovarle una collocazione come segretaria di Lippi in nazionale. Con tanto di telefonate al presidente Carraro, a Mazzini e persino al c.t., che non ne ha mai voluto sapere. La signora Fazi era scivolata su una buccia di banana nell’agosto 2003, quando si era fatta trovare a New York nell’albergo della Juve per la Supercoppa italiana con il Milan. La mobilitazione del mondo del calcio ha molto stupito anche la Procura di Torino, ma nell’interrogatorio la signora ha negato tutto. Che cosa avrebbe potuto rivelare? Per esempio, quello che accadeva ai raduni di Coverciano. A parte le occupazioni del venerdì sera, dove designatori e collaboratori non si dedicavano propriamente ad attività didattiche, hanno sempre creato sconcerto fra gli arbitri i difformi criteri di giudizio da parte di Bergamo e Pairetto sugli episodi più delicati. Nell’aula magna, i designatori erano tolleranti con gli errori di un gruppo di fischietti in qualche modo vicini a Moggi e durissimi con altri, in particolare con Messina, inviso al d.g. bianconero, come rilevato anche nei colloqui intercettati con Baldas, designatore nel ’97-’98, l’anno del rigore non fischiato da Ceccarini a Ronaldo. Chissà se, al momento di essere interrogata da Pappa, la signora ritroverà la memoria e racconterà il senso degli anomali rapporti fra i dirigenti di società e i due designatori di allora. Quelli che in sei anni sono costati dodici miliardi di lire alla Federcalcio. Con questi bei risultati. Fabio Monti