L’Espresso 11 maggio 2006, 11 maggio 2006
Pozzi pieni di soldi, L’Espresso 11 maggio 2006 Vincenzo Pozzi è finito nell’occhio del ciclone dopo la fusione di Autostrade con la spagnola Abertis
Pozzi pieni di soldi, L’Espresso 11 maggio 2006 Vincenzo Pozzi è finito nell’occhio del ciclone dopo la fusione di Autostrade con la spagnola Abertis. Il presidente dell’Anas è stato considerato da sinistra un controllore troppo tenero nei confronti della società dei Benetton. Per anni il ds Paolo Brutti lo ha accusato di concedere ad Autostrade l’aumento dei pedaggi nonostante la società non portasse a termine gli investimenti pattuiti. Anche la provenienza non lo aiuta: Pozzi è stato, fino al passaggio all’Anas, un manager della Rav, società controllata da Autostrade. Certo, dal 2001, Pozzi ha cambiato veste ed è diventato il controllore del suo ex padrone. Ma a ”L’Espresso” risulta una coda imbarazzante di quel rapporto, avvenuta dopo la sua nomina. Nel 2002 Pozzi ha ricevuto 382mila euro da Autostrade spa, più della metà dei suoi introiti di quell’anno. Perché? All’Anas mostrano senza imbarazzo la causale: "Indennità risarcitoria. Non concorrenza", e dicono che non c’è nulla di strano. Pozzi fino al 2001 era amministratore della Rav, una società controllata solo indirettamente da Autostrade e solo per il 51 per cento. Il restante 49 era della Regione Val d’Aosta. Perché la Rav decise di non dare un euro a Pozzi. A ”L’Espresso” l’ad in carica all’epoca in Rav, Giorgio Fabriani, oggi direttore di Autostrade a Genova, spiega: "Ci fu una discussione e si decise di non pagare. Il presidente Ettore Marcoz non riteneva ci fossero ragioni valide, essendo concluso il rapporto di Pozzi con la nostra società". Autostrade invece pagò senza fare un fiato 382mila euro purché Pozzi non le facesse concorrenza. Una cosa è certa: il presidente dell’Anas ha rispettato l’impegno. M. L.