Marco Travaglio, La Repubblica, 05/05/2006, 5 maggio 2006
"Ci arbitra Dondarini? Lo so già", La Repubblica, 5 maggio 2006 Politici, giornalisti, dirigenti federali e arbitrali, calciatori: tutti in fila davanti a Luciano Moggi, il padrone del calcio italiano, in attesa di un favore, una raccomandazione, una parola buona
"Ci arbitra Dondarini? Lo so già", La Repubblica, 5 maggio 2006 Politici, giornalisti, dirigenti federali e arbitrali, calciatori: tutti in fila davanti a Luciano Moggi, il padrone del calcio italiano, in attesa di un favore, una raccomandazione, una parola buona. Il dossier delle intercettazioni sul trio Moggi-Giraudo-Pairetto consegnato dalla Procura di Torino a quella di Roma, alla Figc e all´Uefa è una miniera inesauribile di piccoli e grandi scandali che vanno molto al di là dei peggiori stereotipi e dei più vieti luoghi comuni sul calcio all´italiana. PREVITI CUORE LAZIALE - Luciano Moggi ha rapporti con molti politici, fra cui due ministri. Un giorno però, dalle telefonate, spuntano anche i nomi di Berlusconi e Previti. E´ il 1° settembre 2004: Giraudo racconta a Moggi una confidenza che gli ha appena fatto il vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, su presunte pressioni di Previti (laziale sfegatato), per "aiutare" il presidente della Lazio Lotito, indebitatissimo col fisco: «Adriano dice che lui ha litigato con Cesare Previti, perché l´ha chiamato Cesare Previti per dargli una mano a Lotito. Cesare Previti gli ha detto: "Guarda che lo vuole Berlusconi". Allora Adriano gli ha detto: "Allora fammelo dire da Berlusconi, perché se Berlusconi vuole che io dia dei soldi a Lotito, siccome mi sente sempre, non ho problemi, ma siccome non me l´ha mai detto... ». LE MINACCE - La Commissione di vigilanza sui procuratori del calcio contesta ad Alessandro Moggi, presidente della Gea, un comportamento scorretto e minaccia di squalificarlo per un po´. Il giovane Ale va a piangere da papà Luciano, che chiama furibondo un membro della Commissione, Paolo Conti: «Che roba è?». Quello si giustifica: «Noi l´abbiamo sempre rimandata, abbiamo già fatto molto, cerchiamo di fare il meno possibile, ma cerca di intervenire tu». E gli segnala un altro membro, Gallavotti (avvocato della federcalcio, ndr): «Tu gli devi dire che bisogna fare una pena pecuniaria, se no rischia la sospensione, se tu li sensibilizzi». Moggi: «Ma chi bacherozzi devo sensibilizzare? Io lo sculaccio! E tu vedi di non rompere i coglioni». Poi telefona a Gallavotti, che lo chiama affettuosamente "Lucianone": «Tu hai fatto quella commissione che giudica i procuratori, no? Bò, sensibilizzali un po´, perché il 20 hanno chiamato Alessandro per una cosa di due anni fa. Ma digli che andassero a fanculo, che non rompessero i coglioni! Li conosci tutti, mi raccomando, fammi sapè». L´avvocato, ubbidiente, assicura: «Sì, sì, ci parlo io». Il giorno 22 Ale richiama papà: «L´avvocato Onorato della commissione ha chiesto 3 mesi di squalifica per me. Alla fine qualcuno mi ha difeso, anche se questo stronzo di avvocato ha chiesto una multa più 3 mesi di squalifica». Moggi senior è una furia: «L´accordo era una multa! Ora sistemo Gallavotti, lascia fare a me». Prima però parla con un altro membro della commissione, che gli spiega: «La deposizione di Alessandro è stata brutta e gli avvocati han fatto un casino della Madonna». Ma Lucianone passa alle minacce: «Ma io, senza la deposizione di nessuno, incastro dieci di voi, dài! Ma che cazzo di deposizione, facciamo a pigliarci per il culo? Ci metto le mani io e faccio cacciare una decina di procuratori!». Alla fine Alessandro se la cava con una multa. LUCIANONE MOVIOLISTA - Con tutto quel che ha da fare, Moggi trova il tempo per istruire i moviolisti. Uno di una tv privata lo chiama per sapere come trattare l´arbitro Trefoloni che «ha regalato un rigore alla Lazio». E Lucianone: «Bisogna trattarlo bene». Poi c´è il moviolista di Biscardi, che dal 2004 ha inaugurato al Processo la «patente a punti» per gli arbitri. Anche per lui, istruzioni precise prima di andare in onda: «Allora - raccomanda Moggi - te devi salvare Bertini, Dattilo e Trefoloni. Sul Milan puoi battere quanto ti pare». Il giovanotto fa notare che gli arbitri hanno commesso errori e, con la patente a punti, «qualcosina dobbiamo tirar via a Trefoloni e Dattilo, magari un punto. Dimmi tu cosa devo fare e io nei limiti del possibile faccio». Ma Moggi, inflessibile: «A Dattilo, Trefoloni e Bertini va dato un punto in più: anziché 20, 21! Poi ci sentiamo dopo la trasmissione». Il pover´uomo gli rinnova una raccomandazione, un fax che gli ha inviato tempo prima: «Pensi di riuscire a far qualcosa per me, per farmi fare qualche partita di serie A? Ti prego, ricordati di me nelle tue preghiere». E Moggi, benedicente: «Ma io mi ricordo sempre di tutti, non c´è bisogno di pregare». L´ARBITRO CON 50 OCCHI - Lunedì 20 settembre 2004, alla vigilia della cena a casa Giraudo (martedì 21), vengono designati gli arbitri per la terza di campionato, in programma mercoledì 22. La Juve sarà a Genova contro la Sampdoria. Il 20 mattina Moggi chiede notizie a Pairetto: «Ma che fate oggi i sorteggi?». Pairetto: «Sì, adesso... comunque abbiamo impostato bene, stiamo definendo, è tutto ok... tutto avanti... a dopo». Un´ora dopo un´impiegata dalla Figc chiama Moggi: «Sono usciti gli arbitri per mercoledì». E lui: «Sì, sì, ma li conosco già: abbiamo Dondarini». La donna è stupita: «Ah, li conosce già? Sì, Dondarini, esatto». L´indomani un Dondarini emozionatissimo chiama Pairetto per ringraziarlo (l´arbitro era stato pure candidato da Pairetto ad internazionale). Pairetto: «Mi raccomando, Donda... Fai una bella partita, che sai che lì sono sempre...». Dondarini: «... particolari...». Pairetto: «Infatti, quindi con cinquanta occhi bene aperti... per vedere anche quello che non c´è, a volte... So che arbitrerai benissimo». La Juve vince 3-0, a mani basse. Il primo gol è su rigore, generosamente concesso dal Donda fra le proteste. All´ultimo minuto il guardalinee segnala un rigore anche per la Samp: fallo in area su Pagano. Il Donda indica il dischetto, ma poi, quando Flachi sta per calciare, cambia idea e trasforma il penalty in corner. Finisce in rissa. L´indomani il malcapitato telefona a Pairetto: «Bella battaglia, hai visto? Questi della Samp erano fuori di testa, se non c´erano i giocatori della Juve che mi aiutavano, non so come finiva la partita... Ho dovuto dare un rigore (alla Juve), che era di un netto, Gigi... Emerson mi guarda subito come a dire "oh, ma questo è rigore", e io tranquillamente fischio e indico il rigore, solo che sai lì nessuno ha capito niente... il pubblico... Poi per fortuna mi dicono che c´è l´inquadratura dietro la porta che fa vedere che è nettissimo... Non puoi dare un rigore perché è una grossa squadra?». Quanto al rigore dato e poi tolto alla Samp, è tutta colpa del guardalinee: «Mi ha detto: "Donda, scusami, ho fatto una gran cazzata, non dare il rigore, è solo angolo". Allora, sul 3-0, gli ho detto: "Ma ormai diamo il rigore". Ma lui fa: "No, assolutamente non darlo, perché facciamo una figura di merda". Alla fine l´episodio non è stato bello, ma è meglio non averlo dato... Alla fine credo di averla portata via limitando i danni...». LE GUERRE DEL MERCATO - La campagna acquisti bianconera, dopo l´arrivo di Capello, ha due obiettivi: Fabio Cannavaro dall´Inter e Zlatan Ibrahimovic dall´Ajax. I due sono già d´accordo con Moggi, ma restano da convincere i rispettivi club, buttandola in rissa e aizzando i giocatori contro le società. Il 20 agosto Lucianone dice a Giraudo: «Ho parlato con Cannavaro e ci ho fatto parlà anche Ciro Ferrara». Il caso lo segue il suo factotum Paco Casal. Ma poi Moggi parla direttamente con Cannavaro e lo convince a far chiamare dal suo procuratore Branca «il brindellone alto», cioè il presidente dell´Inter Giacinto Facchetti, per comunicargli: «Guardate, io voglio andar via, perché non sono considerato dall´allenatore». Insomma, Cannavaro «farà casino, dopodiché Paco interviene» con l´Inter. Anche Ibrahimovic, ad Amsterdam, ha ricevuto precise istruzioni sulle più moderne tecniche di guerriglia: rifiutarsi di giocare, non presentarsi agli allenamenti, fare l´offeso per il trattamento del compagno di squadra Van der Vart. «Il ragazzo (Ibrahimovic, ndr) c´ha le palle... E´ venuto fuori un litigio bestiale - confida Moggi a un giornalista famoso e molto amico - alimentato un po´ da noi, insomma...». Alla fine, come da copione, Ibrahimovic approda alla Juve. Pairetto, sempre molto super partes, chiama Moggi apposta dall´Uefa per complimentarsi dell´affare: «Eccezionale! Bestiale! Complimenti! Madonna!». Marco Travaglio