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 2006  maggio 05 Venerdì calendario

L’uomo più grasso del mondo. La Stampa, venerdì 5 maggio 2006 Tutte le mattine, al risveglio, il signor Manuel Uribe Garza, 39 anni, di Monterrey, Messico, deve affrontare un problema grande come il corpo che lo tiene prigioniero: girarsi su un fianco

L’uomo più grasso del mondo. La Stampa, venerdì 5 maggio 2006 Tutte le mattine, al risveglio, il signor Manuel Uribe Garza, 39 anni, di Monterrey, Messico, deve affrontare un problema grande come il corpo che lo tiene prigioniero: girarsi su un fianco. Tutte le mattine Manuel verifica che la prima battaglia è persa, come lo saranno tutte le altre della sua giornata. Gesti semplici, elementari per chi non deve portarsi appresso una montagna di 550 chili e il triste primato di uomo più grasso del mondo. Non riuscirà a girarsi, Manuel. Mani amiche e affaticate lo aiuteranno a svolgere le elementari mansioni quotidiane. Ha un’agilità eccezionale, dicono i medici. Ma l’agilità non gli basta per potersi alzare, con quelle gambe ognuna grande come il tronco di un uomo normale. Vive attaccato a un computer, e con quello si muove in un mondo che non gli appartiene più, fatto di porte troppo strette, di poltrone che non possono contenerlo, di automobili dove non può entrare. Adesso Manuel Uribe Garza sta per farsi operare al Policlinico di Modena: un’operazione che comporta grandi sforzi logistici per il prelievo, il trasporto e l’ingresso in ospedale. Le normali dimensioni delle porte, troppo strette per lasciar passare un individuo di quella stazza, sono solo uno dei problemi pratici che l’intervento richiede. Siccome anche i lettini operatori predisposti per i grandi obesi, cioè quelli da 400 chili, sono insufficienti a sopportare tutti questi quintali, ci si prepara a munire la sala con lettini pensati per i cavalli. In attesa dall’intervento, che sarà effettuato entro il prossimo mese dal professor Giancarlo De Bernardinis, l’esistenza di Manuel Uribe Garza prosegue con l’aiuto insostituibile della madre sessantenne. E’ lei ad accudirlo, a sostenerlo nella lotta di ogni giorno con quei 550 chili: i bisogni fisiologici, ad esempio, sono una difficoltà impervia, superabili solo l’opera paziente della madre. "Il paziente è intrasportabile", spiega Daniela De Bernardinis, moglie dello specialista e curatrice di tutto il lavoro del marito. E’ stata lei la prima a sentire l’appello lanciato via Tg1 a inizio dello scorso febbraio, dopodiché sono partiti per il Messico, a verificare stato e condizioni del malato. Per dare un’idea dell’enorme dispendio di energie che persino un’operazione elementare come il cambio del materasso di un letto comporta, si può pensare al muletto impiegato dai vigili del fuoco messicani quando, dopo una colletta organizzata dagli amici del paziente, sono finalmente riusciti a cambiargli la vecchia rete. In casi come questo una parte determinante la rivestono volontà e forza d’animo del diretto intessato. Nell’uomo di Monterrey la voglia di vivere è tanta, anche se un anno e mezzo fa la disperazione era arrivata a un grado tale d’insopportabilità da spingerlo a tentare il suicidio. Poi il signor Uribe Garza ha avuto una crisi mistica, e ha individuato nella fede una risposta più tranquillizzante alle angosce della sua tormenta esistenza. Sul suo letto, un’immagine della Madonna, e altre sparse nella stanza. La preghiera scandisce il ritmo di giorni sempre uguali. E’ facile immaginare che u7n uomo così mangi in modo spropositato. Invece no: verdura, una bistecca, frutta, tortillas, meno di tanti altri. Ma lui assimila tutto, o quasi. E ingrassa. Fra un piede e l’altro dell’uomo c’è una distanza di due metri, dunque l’intervento chirurgico si articolerà in due momenti: col primo il professor De Bernardinis rimuoverà una massa adiposa di 80 chili dalle gambe del paziente, in modo da consentirgli di stringerle e muoverle, col secondo la riduzione di peso sarà radicale, fino ai 120-130 chili (l’uomo è alto un metro e 90), che sono l’obiettivo dell’operazione nel giro di un paio d’anni. L’arrivo del paziente messicano dovrà essere accompagnato da una serie di misure in tutto simili a quelli riguardanti i trasporti eccezionali: sono coinvolti i gestori di tutti i punti di passaggio del viaggio dal Messico in Italia, dalla casa dell’uomo a Monterrey fino all’aeroporto e di qui, con un cargo o un aereo militare già messo a disposizione gratuitamente dalle autorità messicane, fino all’aeroporto di Bologna, dove è già stata allertata la Protezione civile. A Modena, al Policlinico, ci si sta attrezzando per adattare la struttura al grande malato: un’ambulanza normale ovviamente non può bastare, servirà un mezzo speciale, poi ci sono le porte e il lettino operatorio, ma per ogni evenienza a Modena si preparano ad altre soluzioni, come un piccolo ospedale da campo, una sala operatoria realizzata ad hoc vicino al pronto soccorso al pian terreno, oppure il ricorso alla clinica veterinaria di Parma. Franco Giubilei