Corriere della Sera 04/05/2006, pag.29 Giovanna Cavalli, 4 maggio 2006
«Sono ecologista, mi lavo ogni sette giorni». Corriere della 4 maggio 2006. Roma. Basta un qualunque catino di plastica
«Sono ecologista, mi lavo ogni sette giorni». Corriere della 4 maggio 2006. Roma. Basta un qualunque catino di plastica. E l’eco-scarico è fatto: «Ne tengo uno sempre pronto nel bagno della casa al mare dove altrimenti ci sarebbe un’antiquata cassetta da 60 litri. Per la pipì basta mezzo secchio, tre litri. Per il resto, doppia secchiata e via». Garantisce Fulco Pratesi, presidente e fondatore del Wwf che pratica l’austerity idrica già da un pezzo. Molto prima della rivelazione del sindaco di Londra, Ken Livingstone, che con impeto ambientalista e sotto elezioni, ha riferito di aver centellinato l’uso dello sciacquone del wc da oltre 15 mesi. Riservandolo alle evenienze più importanti. Per risparmiare acqua. «Beh, credo che almeno dopo due o tre volte dovrà pur tirarla la catena, altrimenti il bagno puzza... Ma il problema esiste, ad ogni scarico si buttano via dai 20 ai 50 litri». Nella sua casa di città il rimedio è più moderno: «C’è la cassetta con doppio dosatore. Prima con mia moglie ci davamo il turno: il secondo tirava l’acqua». Livingstone adotta la regola no-scarico pure con gli ospiti. «Questo magari è troppo». In casa Pratesi però è ecologista pure la gatta Perlina: «Va a bere l’acqua della tazza, lo sa benissimo che è pulita perché è la stessa del rubinetto». Poco igienico? «Ma va, un posto che viene sciacquato più volte al giorno può essere sporco? L’igiene è una fissazione, nessun bambino prende infezioni in casa, mentre oltre centomila in Europa ogni anno si avvelenano con disinfettanti o brillantanti». La gattina di Pratesi però ha ragione: nei nostri scarichi l’acqua è la stessa che scorre dai rubinetti. «Pura di sorgente, quasi ovunque. E la usiamo per lavare le strade, l’auto, il cane, per irrigare. All’estero la riciclano. Eppure deteniamo il record mondiale nel consumo di minerale, mezzo litro a testa al giorno». Chi non vuol munirsi di secchio può ovviare così: «Basta fissare un pesetto al galleggiante della cassetta che così ricarica a metà». Un altro caposaldo della sua vita ecosolidale è questo: «Laviamoci di meno, lo predico da una vita. C’è gente che si fa il bagno ogni giorno sprecando 100 litri di acqua saponata che inquinano i fiumi. Io me lo faccio una volta alla settimana, il sabato, nella vasca piccola e con poca acqua, senza schiuma». Come un tempo. «Non siamo così sporchi, anzi più uno si lava e più attiva certi processi di reazione della pelle. Il cavallo mica si fa il bagno eppure profuma di petunia». Si avvicina l’estate, la stagione più olfattivamente temuta, e lei consiglia di tagliare sulle docce? «Una al giorno è esagerata, basta ogni tre. Poi certo bisogna lavarsi a pezzi: piedi, parti delicate e ascelle, strofinando dove serve. Sono pulitissimo, nessuno mi ha mai detto che puzzo, spero non l’abbiano fatto per educazione». Altre accortezze salva-acqua: «Mi lavo i denti bagnando appena lo spazzolino, senza lasciarla scorrere. Non mi faccio la barba sotto la doccia ma nel lavandino mezzo pieno. Pensando che con quella stessa poca acqua un ragazzino delle regioni aride ci si lava, si disseta, irriga i campi». Le camicie: «Perché cambiarle ogni giorno, solo per una ombreggiatura del collo? Io lo faccio ogni due. Ed era meglio quando si staccavano colletti e polsini: per un kilowatt di lavatrice si brucia un bicchiere di petrolio». Lenzuola: «Le togliamo ogni 2 settimane». E poi: «Lampadine a basso consumo, scaldabagno a gas, le scale e non l’ascensore, la bici più dell’auto anche se con l’inquinamento mi sono beccato l’enfisema e il medico pensava che fumassi tanto». Poca tv. Sul terrazzino Pratesi ha un frutteto: «Un albicocco, un melo, un ciliegio, un fico, un limone e un lampone. E c’è la mangiatoia per gli uccellini, ieri gli ho spezzettato una colomba pasquale, la vendono ad un euro, adesso». Si risparmia energia pure con la pasta: «Gli spaghetti n.3 cuociono in 5 minuti, per i rigatoni ce ne vogliono 11. E con l’acqua usata per lavare le verdure poi ci innaffiamo i fiori». Giovanna Cavalli