La Repubblica 03/05/2006, pag.4 Concetto Vecchio, 3 maggio 2006
Quirinale, decidono 1010 grandi elettori. La Repubblica 3 maggio 2006. Roma. Li chiamano «i grandi elettori»
Quirinale, decidono 1010 grandi elettori. La Repubblica 3 maggio 2006. Roma. Li chiamano «i grandi elettori». Sono quelli che eleggono il successore di Ciampi. Servono 674 voti per diventare presidente della Repubblica, ovvero i due terzi dei componenti dell´assemblea. Questo il quorum imposto dalla Costituzione nelle prime tre votazioni. Dal quarto scrutinio in poi basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell´assemblea: 506 voti. I grandi elettori sono 1010: seicentotrenta deputati, 322 senatori (i 315 eletti più i sette a vita) e 58 delegati delle Regioni. Ogni Regione ne elegge tre (due di maggioranza, uno di opposizione), ad eccezione della Valle d´Aosta che ne nomina uno solo. Le elezioni si stanno completando in questi giorni: tassello per tassello. L´appuntamento è alle ore 16 di lunedì prossimo, aula di Montecitorio che per l´occasione sarà ampliata nella capienza per consentire a tutti di prendere posto. Numeri alla mano il centrosinistra dispone, senza conteggiare i senatori a vita ma compresi i delegati regionali, di 541 voti. La Casa della Libertà ne ha 460. Insomma, anche volendo, l´Unione da sola non potrebbe eleggere il nuovo presidente nelle prime tre votazioni. Sette anni fa Carlo Azeglio Ciampi fu eletto il primo giorno: 707 voti. Stesso destino capitato a Francesco Cossiga nel 1985: 752 voti. A Giuseppe Saragat nel 1964 servirono dodici giorni e ben 21 scrutini. Sandro Pertini, nel 1978, dovette pazientare nove giorni e sedici scrutini. Nel 1992 il candidato designato Oscar Luigi Scalfaro presiedeva la Camera. Poco prima che fosse raggiunto il quorum lasciò il posto al suo vice, Stefano Rodotà, e aspettò il risultato definitivo nel suo ufficio. La seduta di lunedì sarà presieduta dal presidente della Camera Bertinotti, che al suo fianco avrà il presidente del Senato, Marini. La consuetudine vuole che votino prima i senatori, poi i deputati, e infine i «regionali». La segretezza del voto sarà garantita dalle cabine poste sotto il banco della presidenza, dove ciascun elettore scriverà il nome del candidato che intende votare nella scheda consegnatagli da un commesso. Uscito dalla cabina l´elettore ripiegherà la scheda in quattro e la riporrà nell´urna: detta volgarmente «l´insalatiera». Espletato il rito della votazione inizierà lo spoglio. La lettura delle schede avverrà ad alta voce da parte del presidente Bertinotti. Concetto Vecchio