Onda n. 19 2006, 3 maggio 2006
Carlo lucarelli è tornato. Lo scrittore di ”Almost Blue”, quello dei Misteri d’Italia, il padrone di casa di Blu notte, stavolta sale in cattedra su Fox Crime (canale 112 di Sky) dall’11 maggio ogni lunedì e giovedì alle 20 e 55 per raccontarci Le chiavi del mistero: ovvero tutti i segreti della costruzione di un giallo
Carlo lucarelli è tornato. Lo scrittore di ”Almost Blue”, quello dei Misteri d’Italia, il padrone di casa di Blu notte, stavolta sale in cattedra su Fox Crime (canale 112 di Sky) dall’11 maggio ogni lunedì e giovedì alle 20 e 55 per raccontarci Le chiavi del mistero: ovvero tutti i segreti della costruzione di un giallo. Quindici pillole di filosofia della suspense. In un’ambientazione ambigua e cupa, come il mistero che nasconde, Carlo Lucarelli ci indica la via per accedere alla matrice più profonda del racconto giallo: come fosse un elaborato piatto, ci svela i segreti dei grandi chef del genere. Nel primo dei quindici episodi, il noto scrittore parte dall’assunto di ogni giallo che si rispetti: il mistero. Per essere veramente tale, un mistero deve avere alcune caratteristiche. Per prima cosa deve essere inquietante e insoluto, ma non insolubile, perché i misteri che non hanno soluzione appartengono alla filosofia. Il mistero deve essere coinvolgente, deve riguardare anche il lettore-telespettatore, toccare le sue corde più intime. Infine, per essere perfetto, deve essere imperdonabile. Significa che né lo scrittore, né il personaggio, né il lettore-telespettatore deve poter perdonare al mistero di esistere. Nel buio dello studio, Lucarelli ci conduce tra le pieghe della narrazione fornendoci la chiave per svelare gli artifici che ogni giallista che si rispetti custodisce segretamente. «Trovo efficacissima e meravigliosa - ha detto Carlo Lucarelli - la struttura narrativa del giallo. Il mistero come principio motore della storia. La suspense e il colpo di scena come ossatura su cui articolare la narrazione. La tradizione del genere ha sviluppato poi una sperimentazione continua su espedienti narrativi sempre più efficaci». Proprio a proposito della suspense ha ricordato: «Una volta qualcuno chiese a Stephen King se credeva fosse possibile fare paura in tre righe, lui che scriveva romanzi di centinaia di pagine. Stephen King citò un esempio, tratto da un autore di cui non ricordo il nome, e lo citò più o meno così: è appena avvenuta la catastrofe nucleare, prima riga, l’ultimo uomo rimasto sulla terra è chiuso in un bunker antiatomico, seconda riga, pausa per prendere il fiato, qualcuno bussa alla porta, terza riga. Quella pausa fatta apposta prima del grande mistero inquietante e irrisolto della terza riga è la suspense». Ma cosa fa in modo che il lettore resti incollato alle pagine del libro e voli veloce su pagina due, tre, quattro, fino a saltare sulla sedia al primo colpo di scena? «La suspense - dice - non è soltanto un espediente narrativo, un effetto, un trucco da scrittore. La suspense è uno stato d’animo del lettore. Come tale va rispettato, curato con devozione e mai abusato. Non è solo una cosa che mi serve per far leggere un paio di pagine in più, è una sensazione procurata, uno stato di sospensione in cui io ho messo i1 mio lettore». Ha poi aggiunto sulla forma narrativa del giallo: «Nella mia vita di scrittore il giallo, inteso come tutto, come tematica e come struttura narrativa, ha contato e conta moltissimo. Direi che per me ”scrivere in giallo” è sinonimo di ”scrivere”. Intanto trovo in quella tradizione narrativa, quella bella tradizione ormai più che secolare che va dall’Edgar Allan Poe ai giorni nostri, le suggestioni che più mi colpiscono. Ci sono narratori della ”metà chiara” - precisa - e narratori della ”metà oscura”: io e quelli come me siamo, naturalmente, tra questi ultimi. Ritengo che temi come la Vita e la Morte, la Verità, la Giustizia, il Destino, siano propri del romanzo giallo». «Molti di noi che scrivono gialli - sostiene sempre il giallista - hanno come finalità raccontare e denunciare la società in cui viviamo, mostrandone le contraddizioni, gli aspetti realistici e negativi. In questo senso, il noir fa parte del romanzo sociale. Nel noir si comincia dalle domande poste dal detective. E’ lui che si incarica di fare da tramite per scoprire quello che non va nel nostro mondo». «Il detective - aggiunge - è l’espediente narrativo per compiere una ricerca. Partiamo dal presupposto che in un libro noir avviene qualche cosa che non doveva accadere. Un fatto misterioso che scombina l’ordine, che altera la realtà e la normale vita quotidiana. Quindi, entra in campo il detective che è autorizzato a indagare in ogni direzione. Può interrogare uomini e donne di ogni ceto sociale ed estrazione culturale. Questo suo procedere conduce il lettore proprio dentro le contraddizioni del mondo moderno. Va aggiunto che il protagonista di una serie assume un carattere sempre più completo e forte al punto da poter vivere di vita propria. Allora, può accadere che anche l’autore di quei libri si ritrovi nella stessa condizione del lettore e scopra la verità solo alla fine del libro o, quanto meno - conclude Carlo Lucarelli - decida di prendere una posizione precisa».