La Stampa 01/05/2006, Angelo Conti, 1 maggio 2006
Arrestato ai «Cappuccini» il gran gourmet dell’eroina. La Stampa 1 maggio 2006. Un «assaggiatore» di eroina è stato arrestato sabato sera dai carabinieri della compagnia San Carlo sulla strada che porta al Monte dei Cappuccini
Arrestato ai «Cappuccini» il gran gourmet dell’eroina. La Stampa 1 maggio 2006. Un «assaggiatore» di eroina è stato arrestato sabato sera dai carabinieri della compagnia San Carlo sulla strada che porta al Monte dei Cappuccini. Si chiama Nicolò Raciddi, 20 anni, tossicodipendente, residente a Mombasiglio (in provincia di Cuneo), ma in realtà domiciliato sotto una tenda nascosta nel bosco intorno a via Gioanetti. La sua cattura è stata un’imprevista anomalia nel blitz dei militari che si trovavano in zona per un’osservazione, in vista di un’operazione più massiccia prevista in una delle prossime notti. Un brigadiere dell’Arma, che si era infiltrato in un gruppo di tossicodipendenti in attesa della dose, è stato riconosciuto proprio dal Raciddi, che aveva «controllato» qualche settimana fa a San Salvario. Il Raciddi si è messo ad urlare, rivolto ai pusher di colore: «Fuggite, fuggite: ci sono i carabinieri». Gli extracomunitari non si sono fatti ripetere l’invito due volte e se la sono data a gambe, a rotta di collo, giù per la strada che porta verso corso Casale e verso la Gran Madre. I carabinieri, che erano in fase di appostamento, hanno comunque deciso di bloccare il ragazzo (che pesa poco più di 30 chili e dimostra al massimo 15 anni) che aveva dato l’allarme, perquisendolo. In tasca il giovane aveva una dose di eroina tipo white (tagliata con una nuova particolare sostanza), un altro ovulo era stato «aperto» da lui pochi minuti prima. Accompagnato in caserma, al giovane è stata fatta la domanda di rito, cioè da chi avesse acquistato lo stupefacente. La risposta, sempre uguale, che danno i tossici in queste circostanze è «da uno spacciatore che non conosco». Una sorta di cantilena, che mette al riparo da sgradite (per loro) sorprese sia il pusher e sia il consumatore. Stavolta, invece, il Raciddi si è addentrato in una spiegazione più complessa che i militari, anche sulla scorta dei frequenti scambi d’opinione registrati nella precedente osservazione fra lui ed i pusher, ritengono veritiera: «Non compro l’eroina, i pusher di solito me la regalano. Il mio lavoro è fare i test. Assaggio l’eroina e, se è il caso, me la sparo in vena. Insomma, io testo anche altre droghe, quelle nuove che arrivano sul mercato: non tutte funzionano. Sono diventato amico degli spacciatori: spiego loro qual è il mio parere sul grado di purezza dello stupefacente. Nessuno dei pusher di colore si droga, almeno non con l’eroina, quindi nessuno di loro è capace di compiere una valutazione del prodotto. Li conosco da tempo e loro sanno che non sbaglio. Ecco perchè trovo sempre qualcuno che mi fa fare un test. Certo, per me è anche un modo per non pagare». Lo status di assaggiatore, cioè in fondo di collaboratore allo spaccio, ha così spiegato bene l’atteggiamento del Raciddi, tutto teso a dare l’allarme ai suoi «datori di lavoro». Per queste ragioni è stato arrestato per favoreggiamento (dopo essere stato sfamato dai militari con una pizza) mentre toccherà al magistrato stabilire se il particolare lavoro che lui stesso ha confessato non configuri anche una sorta di concorso nello spaccio. Angelo Conti