Affari & Finanza La Repubblica 01/05/2006, pag.14, Renata Fontanelli, 1 maggio 2006
Le scimmie? Ragionano come perfetti economisti. Affari & Finanza La Repubblica 1 maggio 2006. Le scimmie danno il giusto valore alle cose: lo spot che offre due prodotti scadenti al posto di uno di buona qualità con loro non funzionerebbe
Le scimmie? Ragionano come perfetti economisti. Affari & Finanza La Repubblica 1 maggio 2006. Le scimmie danno il giusto valore alle cose: lo spot che offre due prodotti scadenti al posto di uno di buona qualità con loro non funzionerebbe. Le scimmie percepiscono la differenza fra qualità e quantità, e scelgono di conseguenza. E’ il risultato di un esperimento da cui emerge che la specie umana non è l’unica in grado di effettuare scelte razionali ed economicamente vantaggiose. Il cebo dai cornetti (Cebus apella) sceglie oculatamente tra due cibi in base al differente valore. Nell’esperimento, effettuato da Elisabetta Visalberghi e Lucia Jandolo dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr insieme con Camillo PadoaSchioppa del Department of neurobiology dell’università di Harvard, i cebi avevano la possibilità di scegliere e mangiare solo uno fra due diversi cibi loro offerti. Spiega la Visalberghi: «Abbiamo osservato che la scelta teneva conto sia della quantità che della qualità dei cibi proposti: le scimmie sceglievano in base al valore dei cibi che venivano loro offerti. Questo accadeva anche quando si trattava di scegliere fra due cibi nuovi, cioè cibi tra i quali le scimmie non avevano mai dovuto scegliere prima. Il fatto che anche in questo caso i cebi tengano conto di qualità e quantità dimostra che la scelta avviene in base al valore dei beni e non tramite una semplice associazione stimolorisposta appresa in precedenza». La ricerca, pubblicata dalla rivista Cognition, dimostra anche che le scimmie attribuiscono valori in modo transitivo. «Se per una scimmia prosegue la Visalberghi un acino d’uva vale due noccioline e una nocciolina vale due pezzi di papaia, allora l’acino d’uva vale quattro pezzi di papaia. Esiste cioè una perfetta transitività fra il valore (determinato dalla qualità e dalla quantità) dei diversi cibi». La scimmia non solo preferisce il bene che vale di più, ma quando la scelta è fra due beni di valore simile è indecisa proprio come capita a noi. «Quando si trova di fronte alla scelta tra due cibi che hanno valore simile, come un acino d’uva e le due noccioline, il cebo è indeciso e sceglie a caso. Se invece deve scegliere fra lo stesso acino e tre noccioline, non ha dubbi e prende immediatamente le noccioline, che valgono di più. Nei nostri remoti antenati esiste un meccanismo di scelta economica razionale basato su due momenti: l’assegnazione di un valore agli elementi coinvolti nella scelta e la decisione che ne consegue. Ulteriori ricerche, condotte da PadoaSchioppa assieme a John Assad ad Harvard, hanno individuato l’area del cervello delle scimmie coinvolta nell’assegnazione del valore. Lo studio, pubblicato stavolta da Nature, mostra che determinati neuroni della corteccia orbitofrontale sono attivi nel processo di scelta, La loro attività rappresenta il valore soggettivo che le scimmie attribuiscono ai beni offerti indipendentemente dagli stimoli visivi e dalla risposta motoria con la quale la scimmia indica la scelta: la scelta economica è una scelta tra beni e non tra atti motori. Renata Fontanelli