3 maggio 2006
MION Gianni.
MION Gianni. Nato a Vo’ (Padova) il 6 settembre 1943. Manager. Amministratore Delegato di Edizione Holding S.p.A., finanziaria della famiglia Benetton. «Ha passato più di vent’anni tra Valdagno e Ponzano Veneto, due capitali del Made in Italy. Ma di abbigliamento Gianni Mion non si è mai interessato. Ai tessuti ha sempre preferito i numeri, la finanza. alla moda, però, che deve la sua fortuna. L’artefice della diversificazione del gruppo Benetton deve tutto alla decisione della famiglia veneta di quotare in Borsa il gruppo, e mettere le risorse in Edizione Holding per farle fruttare. Era il 1986. Inizia così l’ascesa di Mion, a cui è indissolubilmente legata la crescita di Ponzano Veneto. Il manager padovano ha trasformato la fisionomia del gruppo, allargando gli orizzonti ai supermercati Gs (poi ceduti), ad Autogrill, agli aeroporti, alle Grandi Stazioni, a Telecom, fino, naturalmente, ad Autostrade. Oggi è l’uomo ombra di Gilberto. L’alter ego. Uno dei pochissimi esterni alla famiglia (l’altro è Sergio De Simoi) ad essere stato ammesso nella stanza dei bottoni. [...] è arrivato in Edizione segnalato da un vecchio compagno di scuola, Gianni Gaio, a Gilberto Benetton. Lavorava alla Marzotto, dove era approdato dopo un’esperienza alla Gepi e alla società di consulenza Peat Marwick a Chicago. Nel disegnare l’architettura di Edizione Holding ha seguito una strategia semplice: espansione, alleanze e internazionalizzazione. Con un comune denominatore: sfruttare il potenziale delle persone che viaggiano. In Italia, innanzitutto. Ma anche nel mondo. Dopo essere riuscito a portare Autogrill fuori dai confini nazionali, adesso ha raggiunto l’obiettivo anche con Autostrade. E’ lui ad aver condotto fianco a fianco con Gilberto Benetton, tutta la trattativa con gli spagnoli. E c’era lui al tavolo dell’Hotel Monaco di Venezia, quando lunedì 17 maggio è stata raggiunta l’intesa. Una data che segna una svolta per il gruppo veneto. Ma che Mion ricorderà anche per un’altra cosa: la rottura con Vito Gamberale, che proprio lui nel ’98 aveva portato alla corte dei Benetton e nel 2000 alla guida di Autostrade. Tra Mion e Gamberale c’era un sodalizio che durava da quasi trent’anni. Un’amicizia vera, nata a metà degli anni 70 alla Gepi, la finanziaria pubblica di sostegno alle imprese, tra due manager, allora trentenni, intraprendenti e ambiziosi. Qualcuno racconta che avessero l’abitudine di sentirsi quasi ogni mattina, all’ora del caffè, per scambiarsi idee prima di iniziare la giornata. Ma da un po’ le abitudini sono cambiate. Colpa dei contrasti che si sono venuti a creare tra Gamberale e la famiglia Benetton, in cui Mion si è trovato nel mezzo con scarsi spazi di mediazione. Ha dovuto scegliere. E si è schierato dalla parte di Ponzano Veneto. Ma negli ultimi mesi avrebbe cercato ancora di convincere i Benetton a trovare a Gamberale un’altra collocazione nella galassia di partecipate di Edizione. In Adr, o, pare, in Telecom Italia [...]» (Federico De Rosa, ”Corriere della Sera” 3/5/2006).