Varie, 2 maggio 2006
SAMA Carlo
SAMA Carlo Ravenna 22 giugno 1948. Manager • «[...] Milioni di italiani lo ricordano in tv al processo Enimont. “Credo di avere la coscienza a posto. Dove ho sbagliato ho pagato. Sono stato processato e condannato solo per Enimont e assolto con formula piena da tutte le accuse”. Una vicenda che ha condiviso con i suoi familiari. “Quando capitano queste cose è importante avere una famiglia alle spalle. Una famiglia dà forza e sostegno. Un giorno una giornalista chiese a mia figlia Serafina che cosa provava ad avere un padre inquisito. Lei, con il candore della sua età, rispose: ‘Almeno ora lo vedo più spesso’. Mi sono commosso. E mi sono reso conto che nei momenti in cui si è sovraesposti talvolta si può pensare meno alla famiglia. Ma è uno sbaglio”. Il ricordo va anche a Gardini. “È sempre stato un passo davanti a tutti a capire, come diceva lui, ’da dove si sarebbe alzato il vento’. Negli affari come in barca”» (“La Stampa” 25/5/2006). «[...] quando tracollò un colosso mondiale come il gruppo Ferruzzi fu nient’altro che un diabolico agguato dei salotti buoni della finanza: parola di Carlo Sama che prese il timone poco prima del suicidio di Raul Gardini. Oggi Sama fa base a Montecarlo, e il suo non è affatto un buen ritiro da pensionato in Costa Azzurra. Il marito di Alessandra Ferruzzi viaggia di continuo tra Roma e il Sudamerica, dove possiede allevamenti e terreni agricoli per decine di migliaia di ettari in Argentina, Paraguay e Brasile. La sua holding Fersam, con sede in Lussemburgo, si è comprata una piccola partecipazione, il 2 per cento circa, nella Bonifiche Ferraresi, società quotata in Borsa. Sempre agricoltura, quindi, nella tradizione di casa Ferruzzi. Persino il governo italiano [...] ha concluso un accordo con la Fersam per sviluppare nuovi progetti in campo agroindustriale. Si comincia dal settore saccarifero. Da parte pubblica è sceso in campo l’Istituto sviluppo agroalimentare, in sigla Isa. E così il reprobo Sama, condannato per lo scandalo Enimont a tre anni di reclusione (evitati con l’affidamento ai servizi sociali), ma assolto dalle accuse di falso in bilancio nelle società di famiglia, è diventato partner e consulente dello Stato [...]» (Roberto Di Caro e Vittorio Malagutti, “L’espresso” 4/5/2006).