2 maggio 2006
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Giorgi Camila
• Nata a Macerata il 30 dicembre 1991. Tennista. «’La piccola Camila” era diventata una favola, nessuno l’aveva mai vista come ”Le Cenerentole del ghetto”, cioè le sorelle Williams, nascoste da papà Richard fino allo sbarco nel professionismo. Chi è la bambina prodigio italiana cui molti predicono un futuro luminoso nel tennis anche se al massimo è arrivata in finale al Nike Tour? Sergio Giorgi, argentino di genitori italiani (come la moglie Claudia), è davvero l’ultimo padre- padrone? [...] quel che dice papà è legge: ”A 5 anni era già nazionale di ginnastica artistica. Se le bambine sbagliavano l’esercizio il cittì ucraino le appendeva con le braccia alle travi e se si lasciavano andare tornavano a casa. E Camila non è mai caduta”. Perché? La domanda scuote un microsecondo la ragazza, occhi e capelli castani, nasino all’insù, boccuccia delicata, sguardo un po’ triste che però si accende come un fiammifero: ”Non volevo finire l’allenamento”. Allenatissima ad aspettare il suo turno, Camila con una elle (’Mi piace, è più originale”), sta spesso con le braccia conserte, pronta a scatenare sul campo gambe agili e braccia potenti, anticipo sulla palla e una propensione offensiva insolita fra le tenniste. [...] ”Basta ginnastica, voglio giocare a tennis”, disse Camila a papà a 5 anni. E Sergio, che non conosce il tennis ed era rimasto deluso dai figli maggiori Antonella e Leandro che ”mentalmente non avevano carattere”, riversò i suoi sogni irrealizzati sulla piccola: ”Se davvero lo vuoi ce la farai. Io non ho sfondato nel calcio perché in casa non c’erano soldi: neanch’io li ho, ma ti aiuterò in tutti i modi”. E via addominali sulla nuda terra rossa, di sera, col riscaldamento staccato, sotto il pallone, per forgiarle il carattere. ”Da marines”. E Camila? ”Non ha mai detto: ’Basta, non ce la faccio, è troppo duro’. molto molto ambiziosa, disciplinata e fondamentalmente molto forte di testa. Perciò l’ho spinta: per vedere dove arrivava la sua forza”, dice sempre papà. Camila non lo guarda mai, come altre bambine prodigio del tennis con papà decisionista: da Steffi Graf a Jennifer Capriati, da Mary Pierce a Jelena Dokic, a Maria Sharapova. C’è scappato qualche scappellotto? ”I primi 8 mesi sono stati durissimi. Ci siamo allenati anche tutto il giorno, senza pranzo, finché non faceva certe cose”. Mamma mia. Già, e mamma Claudia? ”Non era d’accordo, perché Camila piangeva”. Vero, papà? ”Se ho sbagliato l’ho fatto in buona fede: non mi importa se parlano male di me, l’importante è che lei arrivi”. Felice di trasferirsi dall’Argentina a Macerata, la città dei genitori, felice di mantenere l’intera famigliola come professoressa di arti contemporanee - Sergio non ha mai finito gli studi in Medicina e fa un po’ il preparatore atletico, un po’ tutto - mamma cominciò a non essere più tanto felice quando papà ha cambiato città e circoli a go go: Pesaro, Milano, visita da Nick Bollettieri in Florida, Como, Barcellona, Valencia, Palma di Majorca. Fino ad approdare [...] a Thivernal-Grignon, alla Mouratoglou Tennis Academy, quella di Marcos Baghdatis, il cipriota finalista agli Australian Open [...] Una banca svizzera ha finanziato Camila, Adriano Panatta l’ha vista giocare a 7 anni, estasiato (’ la prima volta che vedo una ragazza che sembra Agassi”), Luca Appino le ha regalato racchette e materiale Babolat e l’indicazione decisiva: Patrick Mouratoglou, ex socio di Bob Brett, ora responsabile e mecenate del Victory (17 campi, 13 coperti coi famosi palloni pressostatici di Sergio Cremona). ”Gli ultimi anni sono stati molto duri soprattutto economicamente, poi per fortuna è arrivato Patrick, che ha investito su di noi: Camila gli restituirà tutto, in percentuale”. Camila che è sempre assorta, finché, interpellata, non spara, veloce come in campo: ”La Kournikova? Mi sono fatta la foto insieme al Roland Garros. Nadal, Moya e Ferrero li ho visti tutti da vicino lì dove mi sono allenata, in Spagna, il più bello è Rafa, ho il poster in camera, insieme a quello di Monfils. Papà... Qualche volta è un po’ nervoso, invece geloso lo è sempre: qui al circolo gli fanno degli scherzi. Il mio colore è il verde, mai giocato sull’erba vera, solo su quella sintetica, ma il mio Slam da sogno è Wimbledon. L’idolo?Martina Hingis e Roger Federer. La mia vita è molto meglio di quella normale: io sono diversa. Già parlo italiano, spagnolo, inglese e capisco il francese, leggo molto, soprattutto romanzi d’avventura e studio per corrispondenza: a fine anno faccio gli esami a Madrid. Fra 2-3 anni sarò numero uno del mondo e papà sarà ancora il mio allenatore. Ha ragione in quasi tutto, ma litighiamo per le cose della vita”. Già, e se la vita fosse senza tennis? Papà Giorgi è sicuro: ”Fino a un paio d’anni fa il dubbio che non venisse fuori l’ho avuto, ora non più, ora so che è molto diversa da tutte le altre: fisicamente ricorda la Kournikova, ma è meglio, tecnicamente è più completa e mentalmente è più forte”» (Vincenzo Martucci, ”La Gazzetta dello Sport” 28/4/2006).