varie, 25 aprile 2006
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Oddo Guido
• Torino 12 dicembre 1920, Milano aprile 2006. Giornalista tv. «[...] emblema della televisione d’altri tempi, signorile nei modi, mai chiassoso, il tono di voce sempre discreto e contenuto. Sci e tennis le sue specializzazioni, la ”voce” della Valanga Azzurra quando Gustav Thoeni e compagni lanciarono lo sci in Italia e nel mondo. ”Ricordo le interviste. All’epoca parlavo davvero poco, qualche monosillabo a malapena, non fu facile per Guido Oddo, me ne dispiace - racconta Thoeni - ma lui era impassibile, preciso, puntuale. Una sola volta l’ho visto alterarsi: dopo la mia vittoria a Val d’Isere, nel ’69, non si riusciva a stabilire il collegamento per l’intervista in diretta. Ne disse di tutti i colori, io poi non gli ho certamente dato molta soddisfazione. [...]”. Adriano Panatta era il suo ”pupillo” del tennis. ”Ma non l’ha mai sottolineato in maniera particolare - ricorda Adriano, molto colpito dalla notizia della morte - di Guido ricordo la gentilezza, la carineria nei confronti di tutti noi, un grande equilibrio, mai una parola fuori posto. Per dire: clamorosa fu la mia rissa con i tifosi spagnoli a Barcellona quando battemmo la Spagna in Davis. La sua diretta fu discreta all’inverosimile: ’Notiamo che Panatta è al momento impegnato sugli spalti...’”. [...] Giampiero Galeazzi [...] ” stato il mio maestro. Grazie a lui passai dalla radio alla televisione per aiutarlo nel tennis un gran signore, in tutti i sensi: bello, elegante, impeccabile nelle sue giacche. Sempre dalla parte del sole, in postazione, per non perdere l’abbronzatura. Agli Internazionali mi avvertiva che sarebbe arrivato un po’ più tardi perché prima passava per Fregene”. Un vezzo simpatico. Una passione vera, ricorda Galeazzi, era invece quella per la musica lirica: ”Nemmeno la Davis gli faceva rinunciare alla prima all’Arena di Verona”. Anche come salutista era rigoroso: ”A fine cena tirava fuori dal taschino la sua bustina di the verde, immancabile colpo di teatro per le signore dei circoli, tutte innamorate di lui”. Aneddoti simpatici di un giornalista vero: ”La Rai non andò alla Davis in Cile, avevamo le immagini in differita. All’inizio della telecronaca del primo singolare arrivò telefonicamente la notizia della vittoria finale. Lui esplose ’abbiamo vinto, abbiamo vinto’. Si arrabbiarono tutti in Rai, lui sapeva di essere nella ragione”. [...]. Fu suo uno dei servizi della prima puntata della Domenica Sportiva nel dicembre del 1954. Nel 1977 passò al Tg Due, dove fu uno dei volti storici di Domenica Sprint. Telecronista di tennis e poi di sci, dopo la pensione collaborò con alcune emittenti locali. Scrisse anche alcuni libri di carattere sportivo dedicati al tennis, allo sci e all’alpinismo» (Tiziana Bottazzo, ”La Gazzetta dello Sport” 25/4/2006). «[...] è stato, per molti anni, la voce del tennis italiano. Aveva raccolto la pesante eredità di Giorgio Bellani e ne era consapevole. Infatti ha avuto il grande merito di non prendersi mai troppo sul serio accettando, con ammirevole spirito ed altrettanta signorilità, le inevitabili battute che il suo ruolo comportava. Era un grande appassionato di lirica, mentre nelle telecronache alternava il tennis e lo sci. Nel 1976 ha avuto la fortuna di raccontare la stagione più esaltante del tennis italiano, le vittorie di Adriano Panatta al Foro Italico e al Roland Garros e il trionfo in coppa Davis di Santiago del Cile. Lo ha fatto con misura, senza mai indossare le vesti del tifoso. Non aveva una grande preparazione tecnica, ma non ha mai cercato di uscire dal suo compito di cronista senza impegnarsi in arditi giudizi tecnici. Non aveva precedenti agonistici di rilievo anche se giocava con una certa frequenza. Ha lasciato il suo posto a Giampiero Galeazzi con grande discrezione» (Rino Tommasi, ”La Gazzetta dello Sport” 25/4/2006).