Varie, 25 aprile 2006
THALER AUSSERHOFER Helga
THALER AUSSERHOFER Helga Campo Tures (Bolzano) 13 aprile 1952. Politico. Nel 2008 è stata eletta per la quarta volta al Senato, ha fatto una legislatura alla Camera • «[...] storica senatrice della Val Pusteria (Pusterthal). [...] dirigente della Südtiroler Volkspartei [...] “Quando sono arrivata a Palazzo Madama, nel ’94, dopo una legislatura alla Camera, nel gruppo misto eravamo in quattro gatti. Dopo mesi di ribaltoni e trasformismi, eravamo cinquanta. Il gruppo era diventato un parcheggio di senatori in transito da uno schieramento all’altro. Noi sudtirolesi eravamo spariti, non riuscivamo a prendere la parola in Aula, a entrare nelle commissioni. Così, nel 2001, sono andata da Andreotti e gli ho proposto di creare un nuovo gruppo insieme. Lui ha accettato e ha portato con sé due senatori di Democrazia europea. Poi venne l’Avvocato, quindi Cossiga, altro grande amico del Sud Tirolo”. Non a caso, durante la crisi di governo del 2005, la Thaler è stato il primo politico a essere consultato da Ciampi per due volte in un giorno, prima come rappresentante Svp poi come presidente del gruppo delle autonomie. [...] Helga Thaler è per il piglio elegante ma duro una delle figure simbolo di Palazzo Madama, e sogno erotico di numerosi senatori, come raccontò sul Giornale Massimiliano Lussana: “È la più corteggiata. Merito di quel caschetto moro, di quel sorriso sornione, di quella dolcezza tutta femminile, di quel fascino arricchito dalla pronuncia sudtirolese, con le lettere cartavetrate e un po’ ruvide”. Sposata con Herr Ausserhofer, come lei commercialista — e consigliere d’amministrazione della Cassa di Risparmio di Bolzano —, molto legata al paese natale, Campo Tures (Sand Im Taufers), la Thaler è uno dei leader della corrente moderata e da sempre dominante della Svp, quella detta dell’Economia (Wirtschaft), contrapposta a quella sociale detta dei Lavoratori (Arbeitnemer). Tra i suoi grandi elettori ci sono gli Ebner, la famiglia che controlla Dolomiten, una macchina formidabile da oltre 60 mila copie. Sospettata talora di simpatie berlusconiane, nega così: “Nel 1996 Prodi ricordò le autonomie nel discorso di investitura, e io votai la fiducia. Berlusconi nel 2001 non lo fece, e io votai contro. Questo non mi impedì di appoggiare il suo governo quando faceva scelte che consideravo giuste. No alla devolution, sì all’abolizione della tassa di successione”. E quando i senatori del centrosinistra abbandonarono la commissione Telekom Serbia, lei non li seguì: “Rimasi per consentire la prosecuzione dei lavori. Gli elettori della Pusterthal mi mandano a Roma per lavorare”. [...]» (Aldo Cazzullo, “Corriere della Sera” 25/4/2006).