Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  aprile 24 Lunedì calendario

ANGELUCCI

ANGELUCCI Giampaolo Roma 24 maggio 1972. Presidente di Tosinvest Sanità and Società di Partecipazioni Editoriali. Editore di ”Libero” e de ”Il Riformista”. Nel giugno 2006 finì agli arresti domiciliari per una presunta tangente al partito ”Puglia prima di tutto”, fondato dall’ex governatore Raffaele Fitto • «Cento miliardi tondi da spendere in tre anni per farsi largo nel mondo dell’editoria, comprando giornali e tv. il compito che Antonio Angelucci ha affidato al più giovane dei suoi tre figli, Giampaolo. Il giovanotto non s’è fatto pregare. Un po’ d’esperienza nel settore, del resto, l’aveva già fatta quando, su invito di Alfio Marchini, la Tosinvest (il gruppo di famiglia) si era prestata al disperato tentativo di rianimare ”l’Unità”, costato una decina di miliardi alle casse aziendali (eredità della vicenda è la partecipazione in una società che produce videocassette). Così, Giampaolo s’è rimboccato le maniche. Prima ha comprato un piccolo quotidiano che vende 5 mila copie a Frosinone e dintorni. Poi la fortuna gli ha dato una mano, consentendogli di mettere a segno un colpo ben più efficace. Vittorio Feltri, direttore di ”Libero”, era in difficoltà. L’improvvisa scomparsa del suo socio di maggioranza nel piccolo ma combattivo quotidiano (l’imprenditore Stefano Patacconi, morto suicida il 3 ottobre) lo aveva costretto a ridurre tiratura e foliazione e a interrompere il pagamento di alcune collaborazioni. Il giovane Angelucci s’è fatto sotto e, dopo una breve trattativa, ha comprato tutto in blocco attraverso una società controllata, garantendo al direttore un contratto quinquennale. Quanto abbia sborsato non si sa» (Stefano Livadiotti, ”L’espresso” 6/12/2001).