Varie, 19 aprile 2006
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DE PAOLI Elidio Rezzato (Brescia) 26 agosto 1948. Politico. stato sindacalista, ha fatto il ’68 e da tre legislature è senatore
DE PAOLI Elidio Rezzato (Brescia) 26 agosto 1948. Politico. stato sindacalista, ha fatto il ’68 e da tre legislature è senatore. Nel ’96 ha fondato, insieme con Angela Bossi e il marito Pierangelo Brivio, la Lega per l’Autonomia-Alleanza lombarda, risultata poi decisiva per il successo dell’Unione sulla Cdl alle politiche 2006. Sottosegretario alle Politiche giovanili e attività sportive nel Prodi II • «[...] nel 2001 aveva lasciato precipitosamente il Carroccio proprio prima che la Lega andasse al governo. E [...] nell’ottobre dell’anno successivo andò a Bagdad come supervisore internazionale in occasione del referendum che confermò Saddam Hussein alla guida dell’Iraq. E si schierò contro l’invasione degli americani. [...]» (Andrea Montanari, ”la Repubblica” 19/4/2006). «[...] il ”leghista rosso” nella sua vita ha cambiato spesso tonalità. Cominciò con il rosso acceso del marxismo-leninismo: ”Sono stato un bravissimo sessantottino e ho diretto per quattro anni il giornale Lotta di classe”. Passò al verde degli ambientalisti, ai tempi della battaglia contro il Pbc, nella fabbrica bresciana Caffaro. Poi una lunga parentesi di verde padano, macchiato nell’azzurro berlusconiano, con l’alleanza sfiorata nel 2001. Infine il ritorno al rosso sbiadito dell’Unione. [...] ”Con la sinistra ho fatto un patto da gentiluomini: e invece dopo le elezioni non si sono fatti sentire. Neanche una telefonata. il modo di fare? Di ringraziare chi li ha fatti vincere?”. Non si fa così. Del resto con la Cdl non ci si poteva stare, causa ostracismo leghista: ”Nel 2001 l’accordo con il Polo era cosa fatta, poi arrivò il no del Carroccio. Meno male: così ottenni un seggio”. Andò più che bene, 306 mila voti in Lombardia. ”Questa volta è stata una sconfitta sonora, i miei elettori non hanno capito l’alleanza con il centrosinistra”. Eppure qualche punto di contatto c’era: ”Sono contrario alla guerra imperialista al popolo iracheno. E anche alla politica sul Medio Oriente: Israele sta massacrando un popolo”. Parole lusinghiere, invece, per Berlusconi: ”Lui ha la statura del leader. Il suo problema è che è accerchiato da vassalli che lo lusingano. Dovrebbe essere un po’ più modesto”. Detto questo, rimane ”un grande leader”. E non è sicuro che non si possa lavorare insieme anche se, certo, c’è il problema Lega. Nome troppo simile, dicono, lista patacca. Persino Angela Bossi, con cui eravate alleati, vi fa la guerra. ”Non voglio entrare nelle beghe di casa Bossi, sono cose da sagrestia” risponde. Fino a marzo, Angela Bossi era data per candidata unica della lista Autonomia-Alleanza lombarda. Partito fondato da De Paoli nel ’96 insieme con lei e il marito Pierangelo Brivio, dopo la lite furibonda con l’Umberto. Solo che qualcosa è andato storto, e la sua candidatura èsfumata. ”Brivio era un amico, quasi un fratello – dice De Paoli ”. Poi è morto e la cosa è finita lì”. Non per Angela Bossi, né per il figlio di Brivio, nipote del Senatùr, Matteo. I due hanno fatto di tutto per continuare a usare nome e simbolo del partito e presentarsi a queste elezioni. ”Ma non ne avevano nessun diritto” dice De Paoli. E la Cassazione gli ha dato ragione. ”Per forza – spiega ”, questi signori si sono presentati a Roma senza il mio permesso”. E in più volevano riavvicinarsi alla Lega ufficiale. ”Che tristezza, che pena. Come si fa? Al padre di Matteo, Pierangelo, gli diedero una mano di botte e poi lo buttarono nel cassettino dello sporco. Finì in ospedale. E ora, il figlio, si vuole rimettere con quelli che hanno trattato così suo padre?”. All’epoca erano volate parole grosse. Per Angela, Umberto – anzi ”il Bossi” – era solo un ”mantegnù”, un mantenuto. Uno che aveva ”tirato un mattone al padre”, che ”aveva organizzato tre feste di laurea senza mai laurearsi”. Antichi rancori, ”beghe da sagrestia”, come dice De Paoli. Superati dalla malattia di Bossi, con Angela che lo va a trovare e che cerca un riavvicinamento. Ma tra fratello e sorella si è messo De Paoli, il leghista rosso marxista-leninista che considera Berlusconi un ”grande leader” e Calderoli solo ”un dentista”» (Alessandro Trocino, ”Corriere della Sera” 19/4/2006).