Daniele Mastrogiacomo, la Repubblica 28/3/2006, 28 marzo 2006
RINNEGATI
«Mio figlio, che Dio lo abbia in pace, non ha scelta: o si converte di nuovo all’Islam oppure sarà giustiziato. Glielo dicevo in continuazione. Lascia perdere con questa Bibbia, prega come un buon musulmano, prega cinque volte al giorno come dice il nostro Profeta. Ma lui, niente. Testardo, continuava a fare di testa sua».
Non prova alcun rimorso? sempre suo figlio.
«Non è più mio figlio. Ha fatto un’altra scelta. La nostra Costituzione di basa sulla sharia. Ma lui ha deciso di rinnegare l’Islam e di convertirsi al cristianesimo. peccato, peccato grave. Deve morire. Non si fermi davanti a casa mia. Lo vede, ci stanno guardando, ho un onore da difendere...»
Ma suo figlio...
«Mio figlio è morto tre settimane fa. una vergogna per la famiglia, per tutto l’Afghanistan».
Forse lo liberano fra qualche giorno.
«Se lo liberano, facciamo causa al governo. Non decide Karzai, decide la sharia. La gente non vuole che sia rilasciato. Tutti vogliono che sia condannato».
Allora morirà.
«Insciallah. Se Dio vuole. stata una sua scelta»
(Abdul Manan, padre dell’apostata Abdul Rahman, condannato a morte per essersi convertito al cristianesimo)