Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  marzo 27 Lunedì calendario

NERI Lei ha dimostrato che l’irrazionalità può essere anche una forma di razionalità. «Sì, se il soggetto A non riesce a capire i motivi delle scelte del soggetto B, l’apparente follia o irrazionalità di B può essere usata come elemento di pressione nella contrattazione tra A e B, e alla fine diventare uno degli elementi decisivi per la supremazia di B

NERI Lei ha dimostrato che l’irrazionalità può essere anche una forma di razionalità. «Sì, se il soggetto A non riesce a capire i motivi delle scelte del soggetto B, l’apparente follia o irrazionalità di B può essere usata come elemento di pressione nella contrattazione tra A e B, e alla fine diventare uno degli elementi decisivi per la supremazia di B. In questo caso l’irrazionalità di B si rivela una forma di razionalità vincente». I suoi studi partono da osservazioni minute. La sua teoria della segregazione razziale nasce muovendo insieme a suo figlio monete su una scacchiera: gli appartenenti a uno stesso gruppo razziale dimostrerebbero una tendenza a raggrupparsi e a espellere appartenenti a un gruppo diverso. Eppure il mondo sembra essere andato verso una sempre maggiore mobilità e integrazione dei gruppi etnici e razziali. «Non direi. Ho vissuto in Danimarca negli anni Cinquanta. Allora, scherzando, usavamo dire che nel Paese c’erano soltanto 4 neri, ed erano tutti jazzisti. Oggi l’Europa è un continente di immigrazione, ma anche di sempre maggiore segregazione. I paesi scandinavi, la Francia, la Germania, l’Italia svelano dinamiche di esclusione e ricompattamento su base etnica».