Thomas Schelling, Nobel per l’Economia, a Roberto Festa, la Repubblica 27/3/2006, 27 marzo 2006
NERI Lei ha dimostrato che l’irrazionalità può essere anche una forma di razionalità. «Sì, se il soggetto A non riesce a capire i motivi delle scelte del soggetto B, l’apparente follia o irrazionalità di B può essere usata come elemento di pressione nella contrattazione tra A e B, e alla fine diventare uno degli elementi decisivi per la supremazia di B
NERI Lei ha dimostrato che l’irrazionalità può essere anche una forma di razionalità. «Sì, se il soggetto A non riesce a capire i motivi delle scelte del soggetto B, l’apparente follia o irrazionalità di B può essere usata come elemento di pressione nella contrattazione tra A e B, e alla fine diventare uno degli elementi decisivi per la supremazia di B. In questo caso l’irrazionalità di B si rivela una forma di razionalità vincente». I suoi studi partono da osservazioni minute. La sua teoria della segregazione razziale nasce muovendo insieme a suo figlio monete su una scacchiera: gli appartenenti a uno stesso gruppo razziale dimostrerebbero una tendenza a raggrupparsi e a espellere appartenenti a un gruppo diverso. Eppure il mondo sembra essere andato verso una sempre maggiore mobilità e integrazione dei gruppi etnici e razziali. «Non direi. Ho vissuto in Danimarca negli anni Cinquanta. Allora, scherzando, usavamo dire che nel Paese c’erano soltanto 4 neri, ed erano tutti jazzisti. Oggi l’Europa è un continente di immigrazione, ma anche di sempre maggiore segregazione. I paesi scandinavi, la Francia, la Germania, l’Italia svelano dinamiche di esclusione e ricompattamento su base etnica».