Fonti varie, 27 marzo 2006
Anno III - Centoundicesima settimanaDal 20 al 27 marzo 2006Caimano 1. Berlusconi è andato a parlare a Napoli e, alludendo al film di Moretti (vedi sotto), ha detto di essere lui il caimano pronto a mangiarsi in un boccone i magistrati ”che cercano di eliminare gli avversari politici e garantiscono l’impunità a chi sta dalla loro parte, la parte rossa”
Anno III - Centoundicesima settimana
Dal 20 al 27 marzo 2006
Caimano 1. Berlusconi è andato a parlare a Napoli e, alludendo al film di Moretti (vedi sotto), ha detto di essere lui il caimano pronto a mangiarsi in un boccone i magistrati ”che cercano di eliminare gli avversari politici e garantiscono l’impunità a chi sta dalla loro parte, la parte rossa”. Ha anche sostenuto che i comunisti cinesi concimavano la terra con i bambini bolliti. Prodi gli ha risposto dicendo di essere un gatto, che reagisce solo se provocato, e di non voler andare sulle reti Mediaset, che lo trattano male. Tutto questo per ben preparare il match di lunedì prossimo, 3 aprile, che sarà diretto da Bruno Vespa.
Caimano 2. Il nuovo film di Nanni Moretti, intitolato Il Caimano e di cui fino alla proiezione nessuno sapeva nulla, racconta le avventure di un produttore quasi fallito che vuole fare un film su Berlusconi e offre la parte del premier al quasi sosia Elio De Capitani, a Michele Placido, allo stesso Moretti. Elogi dalla parte meno attesa, quella di Giuliano Ferrara, il quale sostiene che, lo volesse o no, il regista ha fatto un monumento al presidente del Consiglio. Tutto esaurito e code ai botteghini delle 380 sale dove viene proiettata la pellicola (nessuna di queste sale è del circuito Medusa, quello di Berlusconi: ma per volontà di Moretti).
Confindustria. Per smorzare le polemiche successive allo show di Berlusconi a Vicenza (vedi il numero scorso), il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo ha imposto il silenzio stampa ai suoi. Diego Della Valle, che invece vuole essere libero di parlare, s’è dimesso dal Direttivo. A Genova Berlusconi è stato duramente contestato da un gruppo di giovani che la polizia ha caricato, ferendo una ragazza di 15 anni. Anche in seguito a questo il Dipartimento di Stato ha invitato gli americani in vacanza da noi a stare attenti: secondo loro, in questo periodo di campagna elettorale, non saremmo un paese troppo sicuro. Polemiche.
Bielorussia. Una settimana di manifestazioni in Bielorussia non ha prodotto alcun risultato apprezzabile, se non, forse, una certa vaga idea in Occidente che lassù esiste un problema. Come abbiamo già riferito la settimana scorsa, il presidente Lukashenko si è fatto rieleggere il 19 marzo con più dell’80 per cento dei voti, lasciando al suo rivale Milinkevich un misero 6%. Gli esperti internazionali e gli oppositori di Lukashenko dicono che almeno metà del paese sta con Milinkevich e che Lukashenko ha imbrogliato. C’è stata perciò una settimana di manifestazioni con violenti scontri e arresti di 3-400 persone. Milinkevich ha arringato la folla molte volte, per poi sparire. I ribelli, che allo stato attuale non hanno alcuna speranza di ottenere il minimo risultato, si sono dati appuntamento al 26 aprile, anniversario del disastro di Chernobyl (1986, vent’anni). Chernobyl è in Ucraina, ma gli effetti del guasto alla centrale nucleare si sentirono anche in Bielorussia. Molti bambini bielorussi vennero allora da noi e furono adottati a tempo da famiglie italiane che li tennero al riparo per un lungo periodo dalle radiazioni. Quasi tutti questi ”italiani” erano alle manifestazioni contro Lukashenko.
Putin. La verità è che il gioco in questi paesi ex Urss è tutto nelle mani di Putin. Lukashenko sta in piedi perché i russi gli vendono il gas a prezzo stracciato. Sette prodotti su dieci arrivano in Bielorussia dalla Russia. L’esercito è armato e foraggiato dai russi. Il Kgb, che qui esiste ancora tale e quale, risponde a Putin, che del Kgb è stato un maestro. Se solo Putin volesse, il paese sarebbe ridotto alla fame in una settimana. In Ucraina, dove si è votato domenica scorsa 26 marzo, Yushenko, presidente e protagonista pochi mesi fa della cosiddetta rivoluzione arancione contro Putin, ha perso le elezioni senza che vi fossero brogli e potrebbe essere costretto a sopportare come primo ministro il suo avversario filorusso Yanukovitch, che a suo tempo tentò di avvelenarlo. Putin ha ottenuto questo risultato facendo pagar caro agli ucraini il gas (è la storia di poche settimane fa che ha messo a rischio anche il riscaldamento delle nostre abitazioni) e tirando dalla sua parte la Julia Timoshenko, quella che gira travestita da donna di classe, con la trecciona in cima alla testa e il bel faccino tutto severo, che s’è sbrigata a mollare il suo vecchio alleato Yushenko quando ha capito che le cose mettevano male. Grazie a questo ha avuto anche lei più voti di Yushenko e potrebbe tornare a essere primo ministro in un governo di grande coalizione. Vista la fine della rivoluzione arancione, si deve guardare ai movimenti della Bielorussia se non con scetticismo - che non sta bene - almeno pacatamente. Alla fin fine, per le strade di Minsk, non hanno sfilato più di ottomila persone.
Afghanistan. L’intervento finale del papa dovrebbe aver scongiurato l’esecuzione di Abdul Rahman, 41 anni, l’afgano che sedici anni fa s’era convertito al cristianesimo e che a Kabul volevano giustiziare per apostasia. Il caso ha suscitato una grande mobilitazione dei governi di tutto il mondo. Gli esperti ci avvertono che l’episodio mostra gli enormi passi avanti compiuti dall’Afghanistan in questi anni: al tempo dei talebani Abdul sarebbe stato ammazzato subito e noi saremmo stati informati della storia a cosa fatta.
Francia. Lo sciopero generale, le manifestazioni ovunque (e martedì scorso in 150 città contemporaneamente), l’apparire di sei sindacati studenteschi, quattro dei quali si rifiutano di incontrare il capo del governo, hanno indotto Villepin a cedere sulla legge che consente di licenziare in tronco chi ha meno di 26 anni, purché sia stato assunto con contratto a termine biennale: il primo ministro ha proposto di congelare il provvedimento per un mese e intanto discutere per modificarlo, ad esempio riducendo gli anni di precariato da due a uno e introducendo una specie di giusta causa per licenziare. L’altro ministro, Sarkozy, ne ha approfittato per attaccarlo e proporre un ”patto alternativo” con i giovani. I due vorrebbero diventare presidenti della Repubblica l’anno prossimo, quando scadrà il madato di Chirac, ma si fanno concorrenza presso lo stesso elettorato (quello conservatore).
Onore Giovanni Morabito detto ”Ringo”, di 24 anni, è andato a Messina a trovare la sorella - mamma da dieci giorni -, le ha chiesto di seguirla in strada e, arrivati in strada, le ha sparato in testa due colpi di pistola. E’ poi tornato al suo paese, Africo nella Locride (siamo in provincia di Reggio Calabria), e si è consegnato ai carabinieri. Nessuno voleva credere al movente che s’è messo a raccontare: non gli stava bene che la sorella, 32 anni e di nome Bruna, si fosse separata dal marito e stesse adesso con un altro. Indagini immediate hanno appurato che il movente era proprio quello e che, oltre tutto, nessuno nella famiglia aveva minimamente obiettato alla vita di Bruna. I suoi genitori, anzi, avevano conosciuto il suo uomo e non avevano trovato niente da dire. Lo zio di Bruna è Giuseppe Morabito, detto ”Tiradrittu”, capo ’ndrangheta molto famoso e potente, in carcere dal 2004. Suo nipote (figlio della figlia) è il calciatore Sculli. Mentre scriviamo, Bruna è in ospedale, l’hanno operata, ma si dispera di salvarla. L’assassino non pare minimamente pentito e si comporta come se si fosse limitato a fare il dover suo.
Tommy Il muratore Mario Alessi, 45 anni, originario di Agrigento e vicino di casa degli Onofri (vive a Coenzo), è indagato per il sequestro del piccolo Tommy. Non lo hanno arrestato, ma la polizia gli sta alle costole 24 ore su 24, sperando che ceda, collabori e spieghi tutto. La speranza che Tommy sia vivo sembra più fievole, adesso che il caso pare vicino a una soluzione. Il bambino sarebbe stato preso da una banda di super balordi, uomini e donne che non sapevano bene quello che stavano facendo. Alessi sei anni fa è stato accusato di violenza carnale. Il ritrovamento a Sissa, una ventina di chilometri da Casalbaroncolo, del cane di famiglia Tody, che era sparito cinque giorni prima del sequestro, ha fatto capire a tutti che la verità non era lontana.
Fortugno Tre banditelli di scarsissimo livello sarebbero gli assassini di Francesco Fortugno, il vicepresidente della Regione Calabria ammazzato mentre si trovava in un seggio elettorale durante le primarie del centro-sinistra lo scorso 16 ottobre. Si chiamano Salvatore Ritorto, 27 anni, Domenico Novella (idem) e Domenico Audino (24). L’assassino materiale - che si presentò tutto vestito di nero e col bavero alzato - sarebbe Ritorto. Dopo il misfatto i tre la presero a ridere e le intercettazioni mostrano il solito cinismo di queste persone inconsapevoli. I politici calabresi giurano che dietro il delitto deve esserci un movente ”alto”, cioè stabilito dalla grande ’ndrangheta. Gli inquirenti sperano di trovare un movente anche ”basso”, ma che dia un minimo senso a una vicenda che finora nessuno ha capito. Si indaga sull’ospedale di Locri, dove Fortugno - medico - era di casa e la moglie Maria Grazia Laganà è direttore sanitario.
Dazi La Commissione europea ha approvato i dazi sulle scarpe provenienti da Cina e Vietnam. Entreranno in vigore dal 7 aprile e peseranno fino al 19,4 per cento sui prodotti cinesi e fino al 16,8 per cento su quelli vietnamiti. Non è granché: su scarpe che adesso vengono a costare in negozio 30-100 euro ci sarà un sovraccarico di otto euro e mezzo. Inoltre i prodotti per bambino sono esclusi. Infine, bisogna andarci piano con gli ostacoli ai commerci con l’Estremo Oriente: senza il movimento cinese, nel 2005 l’insieme dei porti italiani avrebbe registrato risultati ancora più modesti rispetto al +1% circa raggiunto nel traffico di container.
Sgrena. A Giuliana Sgrena, il cui sequestro in Iraq è costato la vita di Nicola Calipari, non è piaciuto il fatto che il presidente Ciampi abbia assegnato la medaglia d’oro al valor civile a Fabrizio Quattrocchi, che all’iracheno che gli sparava disse: ”Ti faccio vedere come muore un italiano”. La Sgrena dice che Quattrocchi si trovava in Iraq non per un nobile motivo, ma per fare il mercenario. E questo avrebbe dovuto escluderlo da ogni riconoscimento.
Svezia. Leila Freivalds, ministro degli Esteri svedese, ha dovuto lasciare la carica per aver oscurato un sito che riproduceva le vignette danesi su Maometto. In quel paese non è ammessa alcuna censura, in nessun caso.
Anno III -