Varie, 1 aprile 2006
DANTE
DANTE Emma Palermo 6 aprile 1967. Regista • «[...] nome di punta della nuova generazione teatrale italiana [...]» (Anna Bandettini, ”la Repubblica” 2/3/2006) • «Mentre Roberto Saviano riceve minacce camorristiche per il suo libro Gomorra, a teatro Emma Dante mette a punto un suo spettacolo, Cani di bancata, che è un crudo ed emblematico ritratto della mafia di oggi, del cerimoniale e delle nuove strategie di un suo vertice. [...] ”Premetto che sono siciliana, che vivo a Palermo, e che so distinguere l’atteggiamento mafioso (un bagaglio espressivo fatto di pregiudizi, sospetti e omertà) dalla mafia in quanto tale. Ma so anche che ogni atteggiamento favorisce l’attecchire di certi meccanismi. Basta un niente per essere infettati. [...] La logica attuale fa leva su una pace preoccupante, c’è intesa, spartizione (cosa che allarmava anche Falcone). Il clou non è più Provenzano, la cicoria, il formaggio e Radio Maria. La mafia è entrata nella politica con cariche illustri. Mette le mani negli appalti. Ha una vocazione imprenditoriale che al ”pizzo’, al racket e alla droga preferisce la gestione di grandi progetti e società. Non faccio nomi. Io rivisito la realtà drammaticamente casuale, e mi ispiro a un’avvertenza di Rosi nel film Le mani sulla città” [...] Ora che i suoi spettacoli sono prenotati a Parigi e vanno in Europa, e che affronta la più estrema violenza sociale, possiamo fare un punto sul suo teatro? ’Forse racconto la morte, l’orrore nascosto dentro di noi. Avendo in mente il mare, e la luce che vi si riflette. Mi interessa la ricerca, non lo stile. Penso anche di poter smettere di far teatro. Inutile ostinarsi se non si cambia l’esistenza di qualcuno”» (Rodolfo Di Giammarco, ”la Repubblica” 31/10/2006).