Varie, 31 marzo 2006
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Bertinotti Lella
• (Gabriella Faglio) Varallo Pombia (Novara) 1947. Moglie di Fausto • «[...] ”Spesso la gente gli dice: ”Noi abbiamo grande ammirazione per lei, lei è una persona perbene, ci garantisce la democrazia. Però non la pensiamo come lei e non la votiamo’. Io mi innervosisco: ”Sentite, non potreste ammirarlo un po’ di meno, magari odiarlo, ma votarlo?” [...] sono una che se la lega al dito. Non ho il dono della leggerezza. Non sono disponibile alla mediazione” [...] Lei è sempre stata un passo avanti. Nel Psiup quando Fausto era nel Psi. ”Poi insieme nel Pci ma io, prima di lui, sono andata in Rifondazione. Dopo un po’ è arrivato anche lui [...] Non condivido il giudizio su alcune persone e che dia per scontata la buona fede di tutti. Io ho un’idea più disciplinata della politica. Fausto è proprio un liberal. troppo disponibile a capire le ragioni dell’altro [...] Dalle 21 in poi Fausto è molto gradevole. Ma c’è tutta una parte della giornata, prima delle 21, in cui è veramente un uomo difficile [...] sempre rimasto fedele ai suoi ideali. Ha il dono della leggerezza e del perdono [...] cocciutissimo. Quando prende una posizione non la molla. Passano mesi prima che riconosca di aver torto. Poi è permaloso. Forse perché lo critico troppo. La sua frase ricorrente è: ”Potresti smetterla per cinque minuti di darmi consigli?’ [...] Frequentiamo gente borghese. vero. Non temiamo contaminazioni. Ma frequentiamo anche gente anonima che non interessa a nessuno. Ci capita talvolta di andare in un salotto e ci incontriamo Fassino. Il giorno dopo Gad Lerner cita Bertinotti e non cita Fassino [...] Su Dagospia scrivono che quando mio figlio si è sposato Fausto aveva ai piedi delle Church’s da 800 euro [...] Aveva delle scarpe nuove da 130 euro”. Altri amici famosi? ”Elisa Olivetti, Leo Gullotta, Mario D’Urso, un grande snob, il nostro amico più vip. Simpaticissimo [...] Questa storia del cachemire mi ha fatto inviperire per anni. Quando cominciarono a parlarne Fausto ne aveva uno solo, comprato da me al mercato dell’usato di via Sannio, rosso girocollo, 25 mila lire. Lo usavamo tutte e due, ma dopo un po’, poiché ho una certa abbondanza di seno, lui non poté più usarlo. Poi, quasi per prenderlo in giro, alcuni amici, tra i quali Alfonso Gianni e Rina Gagliardi, fecero una colletta e gliene regalarono uno. Beige. Poi gliene regalò uno una magliaia di Milano Infine, il giorno del suo compleanno, gli amici arrivarono con un cachemire a testa [...] Oggi ha sette maglioni di cachemire. Ma non ha né un vestito né un cappotto di cachemire [...] Compriamo i vestiti nel negozio sotto casa, abbiamo buon gusto, ma i primi tempi compravamo gli abiti usati a Porta Portese. Ricordo una bellissima giacca a righe [...] Nella nostra educazione estetica ci ha molto aiutato un amico sicilino, Pasquale Emanuele. Un uomo raffinato, un vero intellettuale. Ci portava alle mostre di design, ci consigliava le riviste. Ci avviò alle cose belle. Ci fece conoscere per la prima volta, nel 1962, la radio Brionvega, qullo splendido piccolo cubo nero [...] Fausto non sa fare nemmeno gli assegni. La gestione dei soldi è mia e quando ne ha bisogno, poche volte, ne prende da un cassetto dove li teniamo. Lui ha il totale disinteresse per le cose pratiche della vita [...] Quando andò in pensione i colleghi della Cgil di Torino gli regalarono un Missoni. Missoni lo seppe e gli regalò un altro Missoni [...] Mia nonna mi diceva: ”Il tuo fidanzato veste come un pecoraro [...] Avevo 15 anni e lui 21. Mi fu subito antipatico. Ma la vera conoscenza è avvenuta un anno dopo: è scoppiata la scintilla e ci siamo messi insieme [...] Andavamo al cineforum, alle feste dei partigiani. Io gli facevo molte domande di politica. Lui era un socialista lombardiano [...]”» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Corriere della Sera -Magazine” 3/3/2006).