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 2006  marzo 27 Lunedì calendario

Spagna, fratello e sorella si amano. La Stampa 27 marzo 2006. Madrid. Rosa e Daniel Moya Peña, coppia di fatto da 29 anni, hanno appena visto compiersi un primo desiderio: che il regista Ramón Costafreda girasse un film sulla loro storia

Spagna, fratello e sorella si amano. La Stampa 27 marzo 2006. Madrid. Rosa e Daniel Moya Peña, coppia di fatto da 29 anni, hanno appena visto compiersi un primo desiderio: che il regista Ramón Costafreda girasse un film sulla loro storia. Adesso viene il secondo, quasi impossibile: che la pellicola apra un dibattito, nella libertaria Spagna del premier socialista Zapatero, per raggiungere il sogno per cui lottano invano dal ’77: sposarsi. Il movie, trasmesso dalla progressista TV-3 catalana, si intitola «Més que germans» (Più che fratelli). Rosa e Daniel, infatti, sono fratello e sorella con due figli. Ed il tabú che vogliono abbattere è nientemeno che l’incesto. La loro storia nasce a Madrid. Daniel, 47 anni, stava facendo la «mili» ( la naja in slang castigliano) nella Legione e un venerdì sera va a ballare in una discoteca del centro allora molto in voga, la Xairo. «Balli?», chiede a Rosa, oggi 47enne? «No», risponde la fanciulla. Dopo 15 giorni si ritrovano in un pub della capitale. Il legionario si fa ancora avanti e le chiede se si ricorda di lui. «Si, sei quello con cui non volevo danzare», risponde stavolta ammiccante la donzella. Un colpo di fulmine e la coppia comincia ad uscire insieme. Dopo sei mesi, un innamoratissimo Daniel chiede alla fanciulla se può andarla a prendere al lavoro. Ricevuta risposta affermativa, domanda: «Di chi devo chiedere?». La risposta gli fa venire la pelle d’oca: «Di Rosa María Moya Peña». Il seguace di Edipo, anche se ancora non sa, ribatte che deve essere uno scherzo, perché anche lui ha gli stessi cognomi. Ma non è finita quí: per crederle chiede a Rosa la carta d’identità, che reca il nome dei genitori. Identici ai suoi: Juan e Carmen. Tramite una zia, i due fidanzati scoprono la verità: sono fratelli. I genitori galiziani, che vivevano a La Corúña, si sono separati nel ’59. I 5 figli del matrimonio vengono divisi (e degli altri tre, dati in affidamento, non si è saputo più nulla). Daniel rimane con la madre. Rosa viene spedita in un orfanatrofio di Madrid. La giovane coppia non sa cosa fare e si separa per cinque mesi. Peró Cupido detta legge nei loro cuori, l’amore vince sull’incesto, allora reato (è stato depenalizzato nel ’78 ma è ancora proibito dall’articolo 47 del Codice Civile). Prima i «piú che fratelli» scappano ad Alicante, poi decidono di andare a parlare con la madre, Carmen, che vive ancora a La Coruña. E le comunicano che già convivono «more uxorio». «Siete matti, chissà cosa dirà la gente», disapprova la genitrice. Ma Rosa e Daniel continuano per la strada, mettono al mondo due figli, Cristina (20 anni) e Ivan (13), e decidono di vivere pubblicamente la loro love-story proibita, anche se gli psicologi stimano che tra il 5 ed il 10% della popolazione ha rapporti incestuosi con familiari diretti. I «Més que germans» sono ritornati nella Galizia natale, a Cambre, vicino a La Coruña. Una tenuta di campagna che ospita anche il frutto del loro amore, a cui non hanno mai nascosto la verità. «Sono arrivati a dirmi che sono una figlia di Satana. Io me ne frego» dice Cristina. Inutili i tentativi di iscrivere i bimbi con i nomi dei genitori all’anagrafe. «Signora, è impossibile che la sua bambina figuri come figlia di suo zio», sbotta un impiegato. Dopo vani tentativi, un sacerdote ha accettato di battezzarli. Ma di sera, quando la chiesa era vuota. Duro da battere l’incesto, vietato in tutti i Paesi del mondo. «Finché non ci sposiamo, la nostra storia va bene a tutti. Possiamo fare l’amore ma convolare a nozze no», lamenta Rosa. I figli, che sono sanissimi nonostante giri nelle loro vene lo stesso sangue (una possibilita del 30%) ed hanno solo due nonni, sono stati iscritti come figli di una donna nubile. Ma sono discriminati legalmente: se muore il padre, non hanno diritto né alla pensione né all’eredità. La coppia incestuosa prima è ricorsa (truccata e con parrucche) alla tv per rivendicare il loro diritto al maritaggio. Risultato: zero. Cosí hanno accettato di buon grado che Costafreda si sia ispirato letteralmente alla loro storia per il tele-film (share dell’11,7%). Ma i Moya Peña, intanto, sono entrati nel Guinness dei primati: nel ’97 si sono registrati a La Coruña come la prima coppia di fatto di fratelli del mondo. Gian Antonio Orighi