Varie, 29 marzo 2006
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BALDI Odoardo Quarrata (Pistoia) 12 febbraio 1921. Driver. Ancora vincitore nel 2006 • «Certo esistono sport che più di altri consentono lunghe carriere, ma è altrettanto vero che vincere in pista a 85 anni non è comune
BALDI Odoardo Quarrata (Pistoia) 12 febbraio 1921. Driver. Ancora vincitore nel 2006 • «Certo esistono sport che più di altri consentono lunghe carriere, ma è altrettanto vero che vincere in pista a 85 anni non è comune. [...] Toscano alto, energico, Baldi ha alle spalle una prestigiosa tradizione familiare di guidatori. Concede poco al passare del tempo, di cui si ravvisa traccia solo nella perdita di un pollice e in un apparecchio acustico che gli consente di liberarsi con garbo di conversazioni prolisse. Del resto, l’uomo che ha vinto nel 1954 il Lotteria con Saint Clair e fra il ”67 e il ”70 undici gran premi con Agaunar – la femmina indigena più celebre di sempre’ non riesce a occuparsi d’altro che di equini. ”Un disastro”, sorride: ”Ma è la mia vita. Mi sveglio presto, faccio ginnastica – l’età lo impone – quindi attacco a lavorare i cavalli”. [...] debuttato in sulky quindicenne nelle scuderie milanesi di Angelo Musco, dopo la Guerra si era trasferito a Napoli, quindi a Roma. Nel capoluogo partenopeo, a fine anni ”50, oltre a guidare i cavalli dell’armatore Raffaele Romano e di altri proprietari, infila una serie di vittorie per la scuderia di tale Lucky Luciano. ”Aveva modi da gentiluomo, educato anche con chi lo fermava per l’autografo. Vestiva con ricercatezza e non giocava; la sua era passione pura”, ricorda il driver, che nel ”59 è fra i primissimi ad acquistare un centro di allenamento privato, a Formello. Trent’anni dopo, subiti furti e l’irruzione in casa di sei banditi che legano lui e la moglie, sbattendo sul pavimento il volto di Felicina per sapere se vi sia una cassaforte, l’impianto viene rivenduto alla Lazio del calcio e i Baldi traslocano accanto all’Olgiata. Il segreto del successo, per Odoardo, è nella capacità di rispettare ogni cavallo, impegnandolo in progressione: ”Sempre con gentilezza. Con la stessa Agaunar, carattere difficile, occorreva pazienza. Spesso, purtroppo, i trottatori scadenti fanno una brutta fine. Nondimeno, non sempre l’ambiente è generoso con i campioni”, spiega. ”Quando dal Nord mi mandarono Sant Clair, per esempio, era pelle e ossa e aveva preso una quantità di botte. Lo rianimai a caffè e zabaglione, aveva i piedi così sfasciati che lo allenavo su una pista da galoppo. Si riprese e vincemmo il Lotteria. Allora i proprietari vollero riportarlo su; dopo un mese morì. Quel giorno ho pianto”» (Margherita D’Amico, ”Corriere della Sera” 29/3/2006).