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 2006  marzo 28 Martedì calendario

Wambaugh Joseph

• Pittsburgh (Stati Uniti) 22 gennaio 1937. Scrittore • «’Avevo 38 anni quando uscì I ragazzi del coro. Da un anno avevo lasciato il servizio alla polizia di Los Angeles (Lapd), per la prima volta mi sentivo libero. Anche per questo è il libro che amo di più”. [...] con quel libro [...] creò un genere: il racconto realistico della vita dei poliziotti americani, le notti di pattuglia, i traumi, l’alcolismo, gli abusi. «’Prima di allora non c’era niente di simile” dice. Wambaugh, in realtà, aveva già pubblicato tre libri, due romanzi (I nuovi centurioni, 1971, e Il cavaliere blu, 1972) e Il campo di cipolle, 1974, ricostruzione di un caso realmente avvenuto (il sequestro finito in tragedia di due poliziotti nel ”63). Nato a Pittsburgh nel 1937, dopo il servizio militare nei marines, Wambaugh era entrato a 23 anni nella polizia. Ci sarebbe rimasto fino al ”74, trovando il tempo per laurearsi e cominciare – di notte, dopo il servizio ”a scrivere. Nelle vicende di dieci poliziotti della stazione di Wilshire, L.A., Wambaugh raccoglie ”storie vissute e fatti raccontati da colleghi”. I nomi sono stati cambiati, i fatti rimontati, ma l’impressione della presa diretta con la realtà è fortissima. Il più anziano è Balena Whalen, ex pilota della seconda guerra mondiale e della guerra di Corea, il più tosto è Roscoe Rules, una carogna di cui i compagni dicono che ”era quello che dava gli asciugamani nelle docce di Auschwitz”, il più frustrato è Willie Wright che alterna le riunioni dei testimoni di Geova con lussuriose fantasie. Esposti al male del mondo, i ragazzi della Lapd coltivano la pericolosa abitudine delle ”riunioni del coro”, notti brave di alcool e donne dove c’è sempre qualcuno che si spinge troppo in là. Ma c’erano davvero queste riunioni? ”Sì. Il nome l’ho dato io, ma di serate così ne avvenivano spesso. Era un modo per condividere le miserie della vita, una terapia selvaggia: a volte degenerava, ma serviva da valvola di sfogo”. Il comando di polizia come accolse il romanzo? ”Non ci fu nessuna reazione ufficiale, ma cominciarono subito ad arrivarmi lettere di agenti (’Grazie, hai raccontato la nostra storia’) anche da Francia, Italia e Germania, dove il libro veniva tradotto. Servì a far conoscere la condizione dei poliziotti. Suicidi, nevrosi, droghe, matrimoni falliti, incontri sessuali rischiosi: quasi nessuno ha un’esistenza regolare. Nacque allora l’idea di un servizio di terapia psicologica: oggi funziona un po’ dovunque”. Di questo romanzo – in Italia fu tradotto nel ”77 da Rizzoli con il titolo I chierichetti [...] James Ellroy dice che ha cambiato la sua vita, che lo ha spinto a scrivere. ”Per me è un onore essere elogiato da uno scrittore come Ellroy. [...]” [...] Con la serie televisiva Police Story (cominciò nel ”73, su Nbc) Wambaugh ha creato un nuovo filone. ”Sì, hanno detto che è stata la madre di tutte le serie poliziesche come Nypd, Law and Order. Certo, in Police Story per la prima volta in tv i poliziotti apparivano come esseri umani, con nevrosi, problemi familiari, miserie quotidiane’. Poi sono arrivate le serie super-specializzate, scientifiche, come C.S.I.. Che cosa ne pensa? ”Hanno creato un mare di problemi nei processi. Spesso le giurie non accettano le prove di colpevolezza prodotte dalla polizia: C.S.I., dicono, dà prove scientifiche, non come le vostre”. Molti dei suoi libri sono diventati film. Quali sono stati i suoi rapporti con il cinema? ”Difficili. Dopo aver visto il film tratto da I ragazzi del coro (1977, regia di Robert Aldrich, ndr), ero rimasto molto scontento. Così decisi insieme a mia moglie di produrre in proprio Il campo di cipolle: una follia, ipotecammo la casa, chiedemmo soldi ad amici. Fu una fatica incredibile. Io che avevo incontrato tanti delinquenti per le strade di Los Angeles, dovetti scoprire che i peggiori bastardi stanno nel mondo del cinema”. [...]» (’Corriere della Sera” 28/3/2006).