Varie, 28 marzo 2006
DE
DE LA IGLESIA Eloy Zarautz (Spagna) 1 gennaio 1944, 23 marzo 2006. Regista • «[...] Fu uno dei cineasti più provocatori nella Spagna degli anni 70 e 80. Con i suoi 22 film accese la luce sul mondo dell’emarginazione e fu il primo ad affrontare il tema dell’omosessualità in modo diretto, essendo lui stesso dichiaratamente omosessuale cominciando a farlo negli anni duri del franchismo. Forse fu il regista più colpito dalla censura; repressione sessuale per Algo amargo en la boca (1969), pensiamo poi a quello che subì il suo La semana del asesino (1972), con più di 60 tagli. Ma gli stessi Commissari qualche anno dopo risultarono detrattori scrivendo ”una delle figure più promettenti e importanti del cinema spagnolo”. Ogni suo film era uno scandalo, perché affrontava temi spinosi, per l’epoca, come la droga, l’emarginazione sociale, l’omosessualità o l’insoddisfazione sessuale; scandalo che si appesantiva con il suo essere dichiaratamente omosessuale e comunista. Scandaloso quando girò Los placeres ocultos (1976) dove denuncia un fatto reale di corruzione: quello dei manager che con il loro potere sovrastano i giovani e ogni tipo di marginalità. Scandaloso El Diputado (1978), la storia vera di un deputato comunista ricattato da giovani di destra perché nascondeva la propria omosessualità, fu costretto a dichiararsi. Alla fine degli anni 80 con la scomparsa del suo novio e ”attore feticcio” José Luis Mangano entrò in una forte depressione che lo tenne per qualche anno lontano dal cinema ma il suo ritorno non delude l’attesa. L’imput arriva dal Festival di San Sebastian che nel 1998 gli organizza una grande retrospettiva, nel 2000 gira per la televisione spagnola un adattamento di Caligula di Albert Camus e nel 2003 inaugura il Festival ”Da Sodoma a Hollywood” di Torino con il suo ultimo film Los novios bulgaros tratto dal romanzo di Eduardo Mendicutti. Era sereno e stava lavorando su grandi progetti. Era una persona speciale, che ha fatto un cinema speciale, per questo il Festival di Torino nel 2004 gli dedicò un Omaggio con sette dei sui film più importanti, per questo il suo cinema resterà una dichiarazione per la difesa di tutte le libertà» (Giovanni Minerba, ”il manifesto” 27/3/2006).