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 2006  marzo 26 Domenica calendario

IACONA

IACONA Riccardo Roma 27 aprile 1957. Giornalista. «’Di tutti i generi praticati in tv, l’inchiesta è forse l’oggetto narrativo più complesso che esista: a me piace immaginarla come l’enorme cima da ormeggio di una grande nave. Se la vedi da lontano sembra fatta da un solo grosso cavo, ma quando ti avvicini ti accorgi che è il risultato dell’intreccio di tanti fili, ed è proprio l’intreccio che ne garantisce la solidità. E più sono i singoli fili che la compongono, più la cima è solida e l’inchiesta ricca”. Questo scrive Riccardo Iacona nel suo libro Racconti d’Italia, [...] edito da Einaudi con un dvd. Non so se l’inchiesta sia il genere narrativo più complesso della tv, forse no, ma certamente è il meno praticato dal giornalismo televisivo italiano. Un genere in via d’estinzione e la cosa curiosa è che si sta estinguendo per una manchevolezza di sistema, per quelle stesse colpe che Icona denuncia nelle sue inchieste: i tribunali non funzionano, il mercato edilizio è in mano alla criminalità organizzata, la ricerca grida vendetta, gli ospedali non funzionano. Ebbene, anche l’inchiesta (più genericamente, il giornalismo di denuncia, il controllo serrato sulle istituzioni, la coscienza del mestiere) soffre degli stessi mali. ”W l’Italia. Diretta” (Raitre, martedì, ore 21.05), in onda da Pisa, da un centro di eccellenza come il Cnr, si è occupata di come funziona il reclutamento nella sanità. Il titolo era in perfetta antifrasi: ”Per merito”. Dai racconti di Iacona, quasi uno spin off delle sue inchieste raggruppate ora nel libro, salta fuori che anche in una struttura nevralgica come il mondo degli ospedali vige la lottizzazione, la meritocrazia è bandita, molti concorsi universitari sono truccati, o quasi. Il che è vero, inutile negarlo. Ma non è che il mondo della comunicazione, ad esempio la Rai, sia immune dai medesimi difetti. Per questo, spesso il ricercatore che merita viene espulso dalle nostre università (’con un alto tasso di irresponsabilità nei confronti delle generazioni a venire”, sostiene giustamente Iacona) ma anche giovani meritevoli, che potrebbero fare ottime inchieste, sono tenuti alla larga da Viale Mazzini» (Aldo Grasso, ”Corriere della Sera” 5/7/2007).