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 2006  marzo 25 Sabato calendario

Ficarra Salvo

• Palermo 27 maggio 1971. Comico. In coppia con Picone (Valentino). Ha condotto Striscia la notizia. «[...] due ragazzi siciliani conosciutisi in un villaggio vacanze e diventati rivelazioni della comicità made in Italy [...]» (Luca Dondoni, ”La Stampa” 25/3/2006) • «[...] detto Salvo come il nonno, è quello con gli occhi da pazzo che però nascondono un cuore. Picone Valentino come il nonno, palermitano anche lui, è quello con l’occhio buono che però può celare maligne idiozie. Insieme sono Ficarra e Picone, una coppia di fatto della comicità. Anzi come dicono loro: ”Siamo un Di-Do, una coppia unita da diritti e doveri, il nome che si sarebbero inventati i politici visto che la chiesa i Pacs non li voleva proprio”. A unirli, più di dieci anni fa, l’uno Ficarra, studente universitario senza laurea, l’altro Picone, dottore in legge, il villaggio-vacanze di Naxos dove Ficarra si esibiva e Picone applaudiva, finché Picone non salì sul palco come dilettante e Ficarra lo scoprì come artista. [...] non intendono omologarsi: ”A noi piace raccontare quello che conosciamo, restando attaccati alle nostre radici. Non vogliamo snaturarci”. Per trovare una loro identità, dicono, il percorso è stato lungo. Sono partiti rubando i testi degli altri da La smorfia di Troisi a quelli di Totò e Peppino, finché, stufi di fare i ladri, si sono autodenunciati a Zuzzurro del duo Gaspare e Zuzzurro chiedendogli avanzi in prestito. Zuzzurro e compagni gli regalarono una sceneggiatura nuovissima e, finalmente, questi giovanotti sconosciuti si avviarono alla professione vera. A scoprirli fu Voglino di Raitre che li volle a Gnu. Poi arrivarono I Compagni di base di L’ottavo nano alle prese con la sottilissima linea rossa cui non telefonava mai nessuno, Quelli che il calcio, Mai dire domenica, Zelig, Striscia la notizia. Sostenitori di una comicità di costume appena condita da battute politiche indispensabili da quando la politica si è spettacolarizzata e se ne parla al bar come si parla del calcio, Ficarra e Picone guardano come a un miraggio alla carriera di Verdone, Troisi, Pieraccioni, perfino Aldo Giovanni e Giacomo. Perché il teatro è bello, la tv è molto vista, ma il cinema! Il cinema è un’altra cosa» (Simonetta Robiony, ”La Stampa” 5/2/2007).