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 2006  marzo 21 Martedì calendario

Corriere della Sera, martedì 21 marzo 2006. Humphrey, il gatto che non piaceva a Cherie Blair. Londra - Capo Eliminatopi del Consiglio dei Ministri

Corriere della Sera, martedì 21 marzo 2006. Humphrey, il gatto che non piaceva a Cherie Blair. Londra - Capo Eliminatopi del Consiglio dei Ministri. Aveva un soprannome ufficiale, e a ragione. Nella guerra contro i roditori di Westminster non aveva uguali, se è vero quanto scritto da un funzionario governativo in un rapporto conservato dall’ Ufficio del Gabinetto: «Ha preso diversi topi e anche qualche ratto, a differenza della ditta di derattizzazione che in tanti anni non ha preso nulla». Una frase tratta da un documento di 120 pagine tutte su di lui, Humphrey, il felino di Downing Street passato a miglior vita la settimana scorsa. Forse solo in Gran Bretagna un gatto, per di più randagio, poteva conquistare l’ immaginario collettivo al punto da ricevere regolarmente lettere di ammiratori, ma il Regno Unito è fatto così e la notizia della sua morte, all’ età di 18 anni, ha avuto grande eco sui giornali. «Il mondo politico piange un killer di nome Humphrey», ha scritto il Times, ricordando che pur se pluriomicida, il micio bianco e nero aveva una reputazione encomiabile: «E’ un grande lavoratore - diceva il fascicolo su di lui -, trascorre quasi tutto il suo tempo in ufficio, non ha tanti amici e non va a molte feste, per quanto ne sappiamo non è mai stato coinvolto in scandali pertinenti a droga o alcolici». Povero Humphrey. Era stato lui a scegliere come dimora Downing Street, nel lontano 1989, quando al potere c’ era Margaret Thatcher. Piuttosto che tornare a rovistare tra i rifiuti di Londra, una volta detto addio alla lady di ferro aveva acconsentito di buon grado a cambiare padrone, accovacciandosi ai piedi di John Major. L’ arrivo dei laburisti aveva cambiato tutto e Humphrey, generalmente così presenzialista, all’ improvviso era sparito, suscitando grande preoccupazione tra il pubblico nonché un’ interpellanza ai Comuni. Che fine aveva fatto? Per bloccare le voci che davano come responsabile la moglie del premier, Cherie Blair, apparentemente tutt’ altro che ben disposta nei confronti dei gatti e contraria ai peli sul divano di casa, era sceso in campo niente di meno che Alastair Campbell, mago dell’ immagine del primo ministro. Convocati i fotografi, Cherie aveva posato con l’ animale in braccio. Grandi amici, ma solo all’ apparenza. Humphrey, aveva ammesso Downing Street, era stato «messo in pensione». Dopo lunghi anni di glorioso servizio era stato mandato a trascorrere i suoi ultimi anni in periferia, a casa di un funzionario che lo aveva adottato perché in grado di dargli «la tranquillità di cui aveva bisogno». Humphrey era malato. Aveva un’ infezione a un rene. Per la vita al centro dell’ attenzione sembrava essere nato. Non sono poche le fotografie di dignitari stranieri e ministri in posa davanti alla celebre porta numero 10 con il gatto tra i piedi. Battezzato Humphrey in onore del protagonista di un seguitissimo sceneggiato a sfondo politico della Bbc, «Yes Minister», in cui il primo ministro di turno veniva abilmente soggiogato da uno scaltro consigliere, Sir Humphrey Appleby, il gatto di Downing Street aveva usato una delle sue nove vite anni fa: già una volta, durante il regno di Major, era stato dato per morto. Solo leggendo i necrologi sui giornali uno studente di medicina si era reso conto che l’ animale che aveva accolto in casa aveva già un padrone. Lo aveva restituito immediatamente e il paese aveva tirato un sospiro di sollievo. Questa volta è scomparso davvero. Un portavoce ha detto che Blair è stato informato. Difficilmente si metterà a lutto. Paola De Carolis