Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  marzo 23 Giovedì calendario

ENSOLI Barbara

ENSOLI Barbara Latina 23 gennaio 1960. Immunologa • «[...] ha ingaggiato da anni una lotta serrata contro il virus dell’Aids [...] “[...] laurea in medicina, a 24 anni, con una tesi sulle Immunodeficienze primitive [...] ho lavorato con l’immunologo Fernando Aiuti, è lui che mi ha trasmesso il virus febbrile della ricerca, è lì che ho ho conosciuto i miei primi malati di Aids, che ora non ci sono più, e che non posso dimenticare”. Lo studio accanito, tutto in verticale, totalizzante, del sistema di difesa, diventa per la Ensoli quasi un’ossessione, si specializza nel sarcoma di Kaposi, un tumore delle cute e delle mucose; vince una borsa di studio istituita dall’Airc, Associazione italiana di ricerca sul cancro, vola in America da Robert Gallo (che con Luc Montagnier ha scoperto il virus del secolo), approda al Nih, National institute of the health, a Bethesda, nel Maryland. [...] “Sono stati anni meravigliosi, ho conosciuto i più grandi scienziati del mondo, che più sono geniali e più sono discreti, gentili: abbiamo lavorato giorno e notte in un clima di eccitazione continua, abbiamo fatto tante scoperte [...] Ero arrivata al top, come si dice. Una bella casa, col giardino, il marito accanto, un figlio, ottimo stipendio. Avevo lavorato tanto, perché una donna, e straniera per giunta, in America lavora il doppio, ero a capo della Sezione di Biologia Vascolare, ci occupavamo dei tumori associati all’Aids. Poi, un giorno [...] mio fratello mi mette sotto il naso un bando di concorso dell’Istituto di Sanità. Oddio, l’Italia, le raccomandazioni, i concorsi. Ci ho pensato molto. Poi mi sono detta: perchè non si può portare anche nel mio paese quest’eccitazione, quest’energia? [...]” [...] ha vinto il concorso, per punti. L’8 marzo del ’96 è tornata a Roma. “Economicamente è stato un tracollo, abbiamo venduto la casa, ora abitiamo al Nuovo salario. Ma che importa? Ho trovato un’Italia cambiata, tanto entusiasmo [...]”» (Andreina De Tomassi e Emanuela Gasbarroni, “Il Venerdì” 5/6/1998).