Antonio Galdo, Panorama 23/3/2006, pagina 146., 23 marzo 2006
«"Ho il massimo rispetto per il cliente, e non a caso mi rivolgo sempre e solo con il lei. Però ho anche la consapevolezza che ci sono donne che non posso vestire"
«"Ho il massimo rispetto per il cliente, e non a caso mi rivolgo sempre e solo con il lei. Però ho anche la consapevolezza che ci sono donne che non posso vestire". Quali donne? "Pochi mesi fa si sono presentate due note signore del generone romano. sa, quelle che stanno sempre in prima file nelle cronache mondane..." Avranno pure il diritto di vestirsi in modo elegante. "Aspetti che finisco il racconto. Le faccio ricevere dalla mia direttrice, una regola che applico quando non conosco il cliente. Una non riesce a sfilarsi la gonna, una roba di plastica appiccicata alle cosce. L’altra prova a togliersi la giacca e le maniche restano impigliate nelle maniche imbottite di zaffiri e smeraldi. La direttrice, dopo averle accompagnate alla porta, mi racconta l’incontro e conclude: ’Ovviamente ho detto che in questo periodo non siamo in grado di preparare nuovi abiti’. Non ha avuto bisogno di consultarmi prima di rinunciare a due clienti"» (Roberto Capucci).