Varie, 23 marzo 2006
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Vanhoye Albert
• Hazebrouck (Francia) 24 luglio 1923. Cardinale (creato nel 2006 da Benedetto XVI) • «[...] gesuita [...] e biblista di fama internazionale [...] Benedetto XVI l’ha definito pubblicamente un ”grande esegeta”. [...] Buon parte dei suoi studi si sono concentrati su san Paolo e sulla Lettera agli Ebrei. [...] ” stato un caso perché la mia prima passione era il Vangelo di Giovanni. Ma la mia salute cagionevole e il faticoso lavoro del mio confratello gesuita Ignace de La Potterie che da anni studiava Giovanni mi spinsero a concentrarmi su san Paolo e la lettera agli Ebrei. Ero convinto che in pochi mesi avrei potuto elaborare una tesi e chiudere questo lavoro. E così è stato. Il destino ha poi voluto che la Lettera agli Ebrei divenisse la ragione di vita del mio studio di esegeta [...] Credo che chi studia san Paolo rimanga impressionato da questa personalità tanto spontanea quanto riflessiva. Un uomo capace di pensare la fede cristiana con una teologia molto profonda. E poi è l’uomo che manifesta un’affettività fraterna, materna e anche sponsale. Ma è anche l’uomo dei lati deboli: per parlare della Grazia si vanta, parla troppo di sé e passa da un eccesso all’altro. Penso che la Chiesa ancora oggi non sia riuscita ad afferrare in pieno tutto il mistero di Paolo. Pensiamo a quando polemizza contro la legge: non insegna mai i dieci comandamenti. Dice ai cristiani: se avete la carità, avete già adempiuto alla legge”. [...] anni al Biblico col futuro cardinale Carlo Maria Martini [...] ”Ci siamo conosciuti nel 1962, quando lui è venuto a far parte della nostra comunità. Io per sei mesi sono stato suo docente di esegesi, perché era necessario per il suo curriculum prima di accedere alla docenza. Ma lui sapeva già tutto e così sono stato costretto a esonerarlo dal frequentare le lezioni. Poi negli anni è divenuto docente di critica testuale. I suoi consigli sullo studio sulla Parola di Dio sono sempre stati molto proficui. Ma non solo. Nei suoi nove anni come rettore del Pontificio istituto Biblico, ad esempio, dimostrava già una grande capacità di governo anche nelle piccole cose”. [...] creato cardinale a 82 anni per meriti di studio, come capitò a due suoi illustri confratelli, francesi come lei, Jean Daniélou e Henri de Lubac. ” un grande gesto di Benedetto XVI per premiare lo studio e la fatica di chi, come me o tanti altri colleghi, intraprende il viaggio di scoprire, giorno per giorno, che cosa dice la Parola di Dio all’uomo di oggi. In un certo senso vivo questo riconoscimento come un attestato di stima verso tutti noi esegeti. [...]”» (Filippo Rizzi, ”Avvenire” 22/3/2006).