Alberto Arbasino, La Repubblica, 23/03/2006, 23 marzo 2006
E apparve la divina greta Garbo, la Repubblica, giovedì 23 marzo 2006 Giulio Einaudi. Si insiste nel rievocarlo bisbetico e dispotico, verso i dipendenti poco stipendiati e malpagati
E apparve la divina greta Garbo, la Repubblica, giovedì 23 marzo 2006 Giulio Einaudi. Si insiste nel rievocarlo bisbetico e dispotico, verso i dipendenti poco stipendiati e malpagati. Come del resto Luchino Visconti, prepotente con gli attori e non già con le contesse. Però, chi abitava bambino a Voghera, sede dei più importanti reggimenti di cavalleria, uscendo da scuola (prima della guerra) era abituato a vedere decine di "tenentini" tipo Giulio Einaudi, altezzosi verso la cittadinanza, dalla soglia delle pasticcerie, col "vermuttino" in mano. Quel loro birignao da "scuola di guerra a Pinerolo" venne poi portato da Gianni Agnelli a quote di macchiettismo internazionale (mentre a livello di sketch nelle riviste "Zabum" lo canzonavano De Sica e Melnati e Viarisio). E quei falsetti più acuti e bercianti erano i medesimi di Edgardo Sogno, sempre a Torino. A Roma, no. Quando facevo delle bicchierate in casa, Giulio Einaudi era perfettamente "bien" davanti a Balthus, a Mimì Pecci-Blunt, a Gianni Morandi. Niente "vassallate con gli inferiori". Come d´altronde Luchino: feudale con le comparse della Morelli-Stoppa, ma sull´attenti davanti agli emissari di Togliatti ai tempi delle repressioni staliniste contro i "culattoni" e i "signori".