Alberto Arbasino, La Repubblica, 23/03/2006, 23 marzo 2006
Leo Longanesi. Dava giudizi trancianti in tono triste - "E´ un mio amico!", "E´ un cretino!" - sui più noti personaggi milanesi del dopoguerra
Leo Longanesi. Dava giudizi trancianti in tono triste - "E´ un mio amico!", "E´ un cretino!" - sui più noti personaggi milanesi del dopoguerra. Ma un titolo come "Ci salveranno le vecchie zie?" rimane fresco di giornata, come il "Signore mie" di Pirandello (Così è, se vi pare) poi ripreso da Federico Zeri, da par suo. Non per niente, di fronte a nomi longanesiani come "Scalfarotto", le "madeleines" più casarecce rinviano appunto alle zie delle zie delle "casalinghe di Voghera", che sferruzzavano instancabili a maglia con grosse lane gli "scalfarotti": spessi calzettoni talvolta pungenti, da infilare sopra le calze nei giorni rigidi. "Mettete gli scalfarotti, siamo sottozero!". Longanesi certamente le vedrebbe come patronesse o vicemadri in un convitto d´arti e mestieri dabbene. Là dove le orfanelle scarsamente nutrite protestavano: "Sacco vuoto non sta in piedi, reverenda madre!". Oggi, però, piuttosto, "chi ci salverà dalle vecchie zie?", da quando sono ritornate col Politically Correct?