Alberto Arbasino, La Repubblica, 23/03/2006, 23 marzo 2006
Alberto Moravia. Quindicesimo anno dalla morte. Quando compì settant´anni, giacché diventava sempre più elegante e più bello, con una civetteria per i "cache-col" colorati, gliene regalai sette, da una camiceria di Place Vendôme che lui e Goffredo Parise apprezzavano
Alberto Moravia. Quindicesimo anno dalla morte. Quando compì settant´anni, giacché diventava sempre più elegante e più bello, con una civetteria per i "cache-col" colorati, gliene regalai sette, da una camiceria di Place Vendôme che lui e Goffredo Parise apprezzavano. Ribatté, con piacere: "Sette strangolini!". E poi: "E´ un buon augurio?". Ora lo ricorda puntualmente Goffedo Fofi: "Il suo modo di lavorare, così regolare e "impiegatizio" sapeva di esorcismo, il suo "impegno" e le sue prese di posizioni pubbliche sembravano dettate dal dovere più che dalla simpatia, da una adesione reale". Poi, però: "Ma averne, oggi, di Moravia!". Facendo un flashback generazionale, si può soprattutto rammentare che le titubanze crescevano man mano che i suoi romanzi si moltiplicavano, in epoche ormai di Proust e Musil e Joyce, e non più di Balzac o Zola. Anzi, ricordando che Brahms ha composto solo quattro sinfonie, e Sibelius e Nielsen sei o sette, dove forse hanno detto e ripetuto tutto ciò che avevano, ci si domandava semmai "come recepire" venti o più sinfonie di un compositore del secondo Novecento. Un altro tema della pre-modernità. Allora si parlava di "romanzi da aeroporto", circa la facilità e traducibilità narrativa per un pubblico internazionale usa-e-getta. Oggi si discorre piuttosto di fruibilità nell´ambito della Comunità Europea allargata, a proposito dell´adozione delle griffes multinazionali al posto dei termini dialettali e locali, per mettere i testi alla portata dei giovani e dei pensionati e dei detenuti di Oslo o Sarajevo o Breslavia o Bilbao. Però intanto si insiste parecchio su tutti i sapori più etnici, in ogni campo, dalla cucina al rock. Dunque, quante comitive giovani prenoterebbero adesso una cena in un "ristorante internazionale Moravia", senza tocchi meticci o nomadi o alternativi o trasgressivi e neanche minimal di confine? Ma del resto, ai convegni correnti che si chiedono come e perché Calvino e Morante e Pasolini diventano "cult", o meno, ci si potrebbe anche domandare perché Tina Pica e Wanda Osiris nel tempo lo diventano, e Moravia o Ungaretti invece no.