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 2006  marzo 22 Mercoledì calendario

QUADRI Franco

QUADRI Franco Milano 16 maggio 1936, Milano 26 marzo 2011. Critico teatrale • «[...] critico teatrale di Repubblica dal 1987, il più prestigioso, influente nome della critica italiana [...] Figlio della buona borghesia milanese, laureato in giurisprudenza a pieni voti, negli anni Sessanta aveva fatto l’atto di rottura di molti giovani di allora. E quando non ancora trentenne diventa critico a “Sipario”, influente rivista teatrale di un editore di punta come Bompiani, si mette subito in un orizzonte nuovo: denuncia la noia del teatro borghese, rivela le nuove correnti del teatro internazionale, nazionale, in linea con altri giovani intellettuali e amici, Balestrini, Arbasino, Eco... Già affermato critico di “Panorama” (dal ’67 all’87), fonda la rivista “Ubu”, la casa editrice Ubulibri (nel ’79) e infine il premio Ubu per promuovere, in omaggio alla patafisica di Jarry, quello che è controcorrente, non dominante. In mezzo c’è anche la geniale invenzione del “Patalogo”, l´annuario che cataloga un anno di spettacolo (all’inizio anche cinema e tv) forte di collaborazioni eccellenti dall’art designer Pierluigi Cerri per l’impaginazione a Arbasino, Peter Stein e tanti altri per le riflessioni critiche. È con queste iniziative che Franco Quadri rinnova il ruolo della critica: non più commento accademico, ma riflessione militante, da prima linea. Registra, testimonia e partecipa ai grandi cambiamenti del teatro, dalle avanguardie italiane alle più recenti ondate, da Leo De Berardinis a Ravenna Teatro, passando per il laboratorio di Prato. Con lungimiranza, Eugenio Scalfari lo chiama a Repubblica nell’87 [...] spinge più in là il ruolo del critico che si pone il problema delle nuove generazioni della scena e dei nuovi linguaggi (dirige dal ’90 l’École des Maîtres, presiede la giuria del Premio Riccione dal 1995 al 2007). In questa veste ha dominato la critica italiana, imponendo autori e artisti, scoprendone di nuovi (i Magazzini, Mino Bertoldo, Antonio Rezza, i Motus, i Fanny), e per questo amato e odiato, lodato e avversato, elogiato e accusato di parzialità specialmente da artisti che avevano tutti i difetti che criticavano in lui. [...]» (Anna Bandettini, “la Repubblica” 28/3/2011).