Varie, 20 marzo 2006
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CALTAGIRONE Azzurra Roma 10 marzo 1973. Imprenditore. Figlia del finanziere-editore-costruttore Francesco Gaetano
CALTAGIRONE Azzurra Roma 10 marzo 1973. Imprenditore. Figlia del finanziere-editore-costruttore Francesco Gaetano. Moglie di Pierferdinando Casini • «[...]. Dopo gli studi londinesi, dal 1997 è vice presidente dell’azienda editoriale di famiglia, che oggi controlla ”Il Messaggero”, ”il Mattino” e soprattutto ”Leggo”, il quotidiano gratuito che proprio Azzurra ha fortemente voluto (sua è stata la scelta della testata) e che è subito diventato leader nazionale nel suo settore. All’inizio Azzurra soffriva molto il padre, da cui ha ereditato lo stile riservato, duro e incline a un certo perfezionismo: raccontano che quando c’era lui nelle riunioni faceva quasi scena muta. Poi, dopo il fidanzamento con il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, s’è un po’ affrancata dal clan familiare (i fratelli Francesco e Alessandro seguono le costruzioni). Oggi è diversa: meno secchiona e più decisa. ” formale e cerimoniosa, ma quando si affronta il capitolo numeri tira fuori un bel paio di artigli”, racconta un big dell’imprenditoria che ha avuto modo di trattare con lei. [...]» (Jacaranda Falck e Stefano Livadiotti, ”L’espresso” 27/11/2003) • «Puoi farle l’elenco. Dirle: siete poche, c’è lei, Emma Marcegaglia... Ti ferma già lì. ”Ma non vale solo per noi. Anzi: vale, soprattutto, dall’operaia in su”. Con il che Azzurra Caltagirone ha già chiarito quasi ogni cosa. Non è questione di ”donne e potere”. questione di ”donne e lavoro” [...] Mondanità: quasi niente. Salotti: zero. Interviste: ancora meno. [...] Sarà pure, cioè è, la ”figlia di” (Francesco Gaetano Caltagirone). Sarà anche, anzi è, ”la moglie di” (Pier Ferdinando Casini). Ora e qui è però, intanto, l’editrice. Poi sì, è vero anche tutto il resto. Che è molto, molto riservata. Franca. Diretta. Con una determinazione pari almeno alla discrezione. Ma non c’è bisogno di chiederle: ”Lei si sente privilegiata?”. [...] non l’ha neppure sfiorata l’idea (che altri avrebbero avuto) di far chiudere Piazza del Campo per il matrimonio senese con Casini. E in fondo, nel suo ufficio al Messaggero – quasi monacale se non fosse per un grande vaso di rose – accanto a due foto della primogenita spicca anche quel che tutto sommato è un omaggio, a quei riflettori: la locandina del Resto del Carlino (bolognese, concorrente, però ”me l’hanno regalata degli amici, l’hanno rubata a un’edicola”) che [...] annunciava ”è nata in città Caterina”. Poi stop, il limite è questo. Non solo perché ”almeno la vita privata, la vorremmo il più normale possibile”. che ”io faccio altro: e anche comparire è un lavoro” [...] padre che ha creato un impero di cemento, costruzioni, banche e quell’editoria che nella divisione familiare dei compiti è toccata a lei [...] agli inizi liquidavano [...]e suo padre (oggi uno degli uomini più ”liquidi”, e più ”discretamente” potenti, d’Italia): un ”palazzinaro” [...] ”Gli insulti mi lasciano indifferente. Quel che detesto sono i pregiudizi”. [...] con l’editoria ha iniziato a 23, e chi stava allora nel sindacato del Messaggero racconta: ”Parlava poco, ascoltava molto. Non faceva ”la figlia di’. Dava l’impressione di essere lì per imparare”. L’ha fatto. E sì, ammette senza problemi, anzi con orgoglio, l’influenza del padre. Se deve ripensare a un’immagine d’infanzia che poi ha in qualche modo indirizzato il futuro, si rivede con lui e la madre ”a 5, 6 anni portata in giro per mostre e musei”. Non a forza: le chiedevano cos’avrebbe fatto da grande e lei – che oggi ama Khaled Hosseini ma confessa di ”litigare perennemente con i classici”, [...] rispondeva ”il critico di storia dell’arte”. Qualche articolo, per il Tempo, l’ha anche scritto. E da lì in avanti: quanto c’è di scelta sua, e dei suoi fratelli, nell’indirizzarsi verso le diverse attività di famiglia, e quanto di zampino paterno? ”Potrei anche dire ”tutto’. Ma aggiungendo che papà ha fatto ottime scelte. Non saprei fare quello che fanno Francesco e Alessandro. E adoro quello che faccio io: l’editoria, e il giornalismo, sono i lavori più belli del mondo”. Contesta l’idea (lo chiamerebbe, anche questo, ”pregiudizio”) che loro, i Caltagirone, siano editori ”duri”. ”Intendendo cosa?”. Intendendo attenti solo ai costi. ”Intanto, noi facciamo gli editori, ma sappiamo benissimo che il grosso del lavoro è dei giornalisti”. Detto questo: ”I giornali per anni sono stati gestiti a prescindere dal conto economico. Noi lo riteniamo invece fondamentale: è assolutamente ”la’ libertà. Dagli inserzionisti, dalla pubblicità, dalla politica, da tutto”. Salta fuori, qui, l’Azzurra che ha lanciato la free press e Internet (’...e sì, nominato qualche direttore”). anche quella che più assomiglia al padre. Come riconosce lei stessa: ”E come dicono tutti. Ma è vero: sono cocciuta e determinata quanto lui. E ho dei lati non meravigliosi che sono i suoi”. Sarebbero? Sorriso. Leggero, finto imbarazzo. Nuovo tentativo con la definizione che di lei ha dato il marito nell’ultimo libro di Bruno Vespa: ” la persona più intelligente che abbia mai conosciuto, è molto affettuosa e ha una grande lealtà verso tutti i suoi amici. Ma è permalosa, riflette troppo sulle cose e talvolta ci si incarta, diventando tenebrosa”. lei fino in fondo? L’imbarazzo, finto o no, sparisce: ”Assolutamente sì”. E assolutamente detto con tenerezza. La grinta non serve» (Raffaella Polato, ”Corriere della Sera” 9/12/2007).