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 2001  agosto 18 Sabato calendario

I pompieri conoscono più segreti degli agenti del Sisde, Corriere della Sera, sabato 18 agosto 2001 Nel 1983, per il mio servizio militare, ho fatto il pompiere

I pompieri conoscono più segreti degli agenti del Sisde, Corriere della Sera, sabato 18 agosto 2001 Nel 1983, per il mio servizio militare, ho fatto il pompiere. Per un anno ho avuto a che fare col formidabile campionario di idiozie che la gente è capace di compiere per distrazione, per ignoranza, per negligenza, per rabbia, per disperazione, e ho combattuto con le conseguenze di quelle idiozie, a volte sproporzionatamente gravi e drammatiche, che si abbattevano su intere comunità. Ho imparato molte cose: per esempio che le automobili in fiamme non esplodono mai, e tanto meno esplodono quelle che finiscono giù per le scarpate, come succede nei film, perché la benzina non è un esplosivo; oppure che l’autocombustione non esiste, salvo in rarissime circostanze; che il 99 per cento dei locali pubblici non è in regola con le norme antincendio; che praticamente tutti gli incendi di grandi proporzioni sono di origine dolosa. E così via. Tutte cose che non avrei mai saputo, perché la scuola, la stampa e i documentari in tv non le dicono mai. Ho anche passato lunghe torride giornate d’estate a lottare contro gli incendi dei boschi, che già allora venivano considerati un’emergenza, e in quegli scenari danteschi, o nelle relative nottate, asserragliati sul camion a difendere sperduti campeggi assediati dal fuoco, ascoltavo i vecchi capisquadra che ripetevano tutti la stessa cosa: «Da quando hanno creato questi gruppi di vigilanza antincendio - dicevano - gli incendi dei boschi sono quintuplicati. Chissà perché». E ghignavano, col sorriso amaro di chi sa come va il mondo ma non può far nulla per cambiarlo. Sono passati quasi vent’anni. Estate dopo estate gli incendi dei boschi sono sempre aumentati e io, che non facevo più il pompiere, ne avevo notizia come tutti dai giornali e dalla tv: vedevo la nostra bella terra ardere, sentivo parlare di piromani, di autocombustione, di gitanti scellerati che per arrostire una salsiccia incenerivano intere montagne, e ripensavo alle parole di quei capisquadra. Nessun altro in tutto questo tempo le ha mai pronunciate, fino a oggi, quando è saltato fuori nientemeno che è il Sisde a dire la stessa cosa. Naturalmente la faccenda ha subito preso la china sbagliata, si sta facendo d’ogni erba un fascio e tanta brava gente che rischia la vita per difendere i nostri boschi dal fuoco si è giustamente risentita. Però è chiaro che quei vecchi pompieri avevano visto giusto: se col proliferare dei gruppi di vigilanza antincendio proliferano anche gli incendi qualcosa di strano c’è per forza. E la cosa che più mi incuriosisce, ora, è perché io lo sapevo da vent’anni e i servizi segreti no. Davvero, com’è possibile? Come può essere che scoppi ora uno scandalo del cui presupposto logico io ero al corrente da quasi due decenni? E mi viene subito in mente un altro caso simile, nel quale mi sono imbattuto l’anno scorso, quando scoppiò un altro scandalo - poi, in verità, molto in fretta obliterato - riguardo alle cosiddette promozioni facili negli esami per diventare Procuratore legale presso l’Ordine degli Avvocati di Catanzaro. Anche quello io lo sapevo da vent’anni, maledizione, da quando vedevo i miei compagni del liceo appena laureati, e svariati altri conoscenti, che dopo essere stati bocciati un paio di volte all’Ordine di Firenze se ne andavano a farlo tutti a Catanzaro e ne tornavano tutti promossi. Perciò mi chiedo: ma che razza di Paese è questo, dove i ragazzotti sanno le cose vent’anni prima della magistratura e dei servizi segreti? E poi, più plausibilmente: ma che razza di Paese è questo, dove certi scandali vengono tenuti in canna per anni e poi sparati a bruciapelo un certo giorno, in faccia a un’opinione pubblica che, in buona parte, li conosceva già? E infine, con delusione, perché - mi accorgo - è la stessa domanda di sempre: ma che razza di Paese è questo? Sandro Veronesi