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 2002  febbraio 19 Martedì calendario

La fatina dei biscotti, D - la Repubblica delle Donne, 19 febbraio 2002 La bambina che vendeva i biscotti era una brezza d’aria fresca nella casa dei vecchi appollaiata sull’afa del Golfo

La fatina dei biscotti, D - la Repubblica delle Donne, 19 febbraio 2002 La bambina che vendeva i biscotti era una brezza d’aria fresca nella casa dei vecchi appollaiata sull’afa del Golfo. Nella residenza ”Vista dei Pini” a Tampa, sul Golfo del Messico, dove nessuno aveva mai visto un pino o tanto meno un bambino, i vecchietti parcheggiati lì dai parenti per levarseli dai piedi in attesa che scomparissero silenziosamente come il sole che tramontava sulla piazzetta del mare avevano imparato ad aspettarla come uno dei pochi momenti di vita. Se capitava che non si facesse vedere, la casa di riposo ”Pine View” diventava tutto un fremere di domande ansiose e di preoccupazioni. Lizzi, la bambina dei biscotti, si presentava ogni martedì pomeriggio dopo la scuola, con il suo zainetto pieno di ”chocolate chip cookies” e altri dolcetti, di biscotti fatti in casa dalla sua mamma, con le scagliette di cioccolato amaro che i medici, nella loro ottusa credultà scientifica, avevano severamente proibito ai vecchi, minacciando chissà quali danni alla salute di uomini e donne che non avevano più salute da perdere. Indossava sempre la sua uniforme, scarpette di vernice nera, calzette bianche, gonna plissettata scozzese neroverde e camicetta bianca, l’uniforme delle ”Little Sisters of the Gulf”, come si chiamavano, che non erano suorine, ma bambine che vendevano biscottini fatti in casa per beneficenza, destinando gli incassi ai bambini meno fortunati, come spiegavano ai residenti. ’Lizzi”, Elizabeth Gohrt, con i suoi nove anni e il sorriso, era diventata la figlia adottiva della residente dei Pini inesistenti. I suoi pasticcini venivano golosamente acquistati dagli ospiti che comperavano da lei più che una piccola e certamente innocua trasgressione dietetica. Lizzi offriva loro qualche minuto di compagnia, il riso di una bambina, i suoni della vita che in quella casa non entravano, il surrogato di figli e nipoti che non venivano più. Comperare i biscotti da lei non era una spesa o una seccatura, ma un privilegio, che il popolo del tramonto sul Golfo si contendeva golosamente. E tanto rasserenanti erano le sue visite, tanto dolce l’affetto dei suoi passaggi, che quando lei se ne andava, a fine pomeriggio, con il suo zainetto svuotato di ”cookies”, i vecchietti della ”Vista dei Pini” dormivano bene. Troppo bene. Come in tutte le comunità umane, siano esse di cuccioli o di anziani, c’è sempre il diffidente, il sospettoso, il rovinasogni. E c’era anche nella sua residenza dei Pini, naturalmente, nella persona del dottor Al Laver, un medico in pensione che sulle prime aveva, come gli altri, accolto con gioia la bambina e comperato i suoi biscotti, addormentandosi poi profondamente. Essendo uno dei pochi che avesse ancora serbato rapporti con il mondo esterno, il vecchio medico aveva conservato un biscottino al cioccolato, lo aveva portato a un laboratorio di Tampa e aveva chiesto a un amico chimico il favore di un’analisi. La risposta era stata quella che lui si aspettava. Impastate con la farina c’erano pasticche di benzodiazepine, di sonniferi e tranquillanti, capaci di mettere a dormire un lottatore di sumo e che, su quegli anziani, avevano l’effetto di una martellata in testa. Con garbo, con tatto, il sospettoso s’informò con gli altri ospiti, e soprattutto con le signore, per sapere se, per caso qualcosa mancasse dalle loro stanze e sì, ora che mi ci fa pensare - risposero in tante - aspetta, a me manca un orecchino, a me una spilla, a me l’anello che il povero marito mi regalò per un anniversario, a un’altra quei dollari che credeva di avere nel cassetto e non c’erano più. Ma poiché erano tutti anziani, e poco convinti della loro memoria, per non fare la figura dei rincoglioniti non avevano detto niente a nessuno. Tutti avevano dato la colpa alla loro flebile memoria. Il martedì successivo, quando Lizzi la Cappuccetto della casa di riposo, tornò a trovare le nonnine, i poliziotti chiamati la fermarono all’uscita e le ispezionarono lo zainetto. Trovarono la refurtiva portata via ai vecchietti abbioccati. Erano in sette, le piccole sorelle del Golfo che battevano le case di riposo lungo la costa della Florida, per rapinare i vecchi tramortiti di pasticconi ipnotici. Lavoravano tutte per una ”mamma”, la capo banda, che preparava i dolci al Valium. Come si dice nei verbali di polizia, la ”gang” delle pastarelle è stata sgominata, la ”mamma” in galera, le bambine sparpagliate in vari istituti. Ma se qualcuno di voi pensa che questo sia un lieto fine, temo si sbagli. Gli ospiti della casa sul tramonto hanno firmato un’accorata lettera al giornale locale per chiedere che qualche altra bambina, onesta o disonesta che sia non importa, torni a vendere dolcetti, una volta alla settimana. Tutti pronti a farsi rapinare pur di avere in cambio una voce infantile. Vittorio Zucconi