Silvia Bizio, la Repubblica 16/3/2006, 16 marzo 2006
"La recitazione è una sorta di tortura che mi sono autoinflitta. Alla fine mi piace perché qualcosa mi rimane, ma il processo per arrivarci può essere molto doloroso, una combinazione di noia estrema e grande eccitazione
"La recitazione è una sorta di tortura che mi sono autoinflitta. Alla fine mi piace perché qualcosa mi rimane, ma il processo per arrivarci può essere molto doloroso, una combinazione di noia estrema e grande eccitazione. Non ho grandi ricordi dei set che ho frequentato, almeno da quando avevo 16, 17 anni. Non ho bei ricordi nemmeno de ’Il silenzio degli innocenti’, film che, con mia grande sorpresa, mi ha fatto guadagnare molta stima. Recitare è spossante, mentre la regia mi galvanizza. E mi piace essere una leader, come lo era Fellini e come lo è Scorsese, i miei due registi favoriti. Lo spazio dietro la macchina da presa è il posto in cui mi sento più a mio agio. Quando recito sento sempre di dover fare contento qualcun altro. Quando dirigo rispondo solo a me stessa" (Jodie Foster)