17 marzo 2006
Carmine Verticchio, romano, di anni 49, ex rappresentante di una casa farmaceutica, sposato, con due figli di 16 e 18 anni
Carmine Verticchio, romano, di anni 49, ex rappresentante di una casa farmaceutica, sposato, con due figli di 16 e 18 anni. In passato tossicodipendente, da qualche anno s’era scoperto malato di Aids. Come sempre imbottito di psicofarmaci, mercoledì 8 marzo era saltato attraverso la finestra chiusa del suo appartamento al terzo piano, scaraventandosi su una cancellata. Ne ebbe l’addome squarciato e ferite talmente gravi che fu necessario amputargli la gamba destra. Da allora era ricoverato al reparto di rianimazione dell’ospedale San Camillo, dove gli facevano visita tutti i giorni la moglie e la madre. Quest’ultima, di nome Luciana Sillasi, 74 anni, distrutta dall’ennesima sventura del figlio, nel pomeriggio di lunedì scorso andò a trovarlo, estrasse dalla borsetta un coltello da cucina e glielo infilò nel cuore e nel collo. Quando il Verticchio giunse in sala operatoria si constatò che non c’era più nulla da fare. Intanto la donna continuava a ripetere: «Che ne sapete voi». (Lunedì 13 marzo)