La Stampa, giovedì 9 marzo, 17 marzo 2006
La Stampa, giovedì 9 marzo Bloomfield Hills. A 25 chilometri dalla capitale americana dell’automobile, Detroit, in Michigan, vive il più giovane batterista del mondo, l’italo-americano Julian Pavone
La Stampa, giovedì 9 marzo Bloomfield Hills. A 25 chilometri dalla capitale americana dell’automobile, Detroit, in Michigan, vive il più giovane batterista del mondo, l’italo-americano Julian Pavone. Una foto sul suo sito web (www.littledrummerbaby.com) lo ritrae in studio d’incisione, bacchette in mano, cuffia in testa e succhiotto in bocca. Julian ha solo venti mesi, è alto 80 centimetri; ma ha già inciso il suo primo cd. Ralph Armstrong, il bassista che l’accompagna nel cd, spiega: «Julian è un vero genio. Quando suono con lui penso che sia una reincarnazione di due leggende della batteria jazz, Buddy Rich e Tony Williams, con cui ho lavorato. E’ così bravo che mi spaventa. Quando ci guardiamo l’un l’altro, comunichiamo benissimo nella musica. Ha un fraseggio che definirei matematico; e più gli arrangiamenti son complessi, meglio lui suona; tavolta mi fa quasi piangere». Armstrong ha un curriculum di prim’ordine: ha collaborato con la Mahavishnu Orchestra, Aretha Franklin, Carlos Santana, Frank Zappa e Jean Luc Ponty. William Winfield III, esperto di percussioni, spiega: «Quando sentii parlare di questo giovanissimo musicista da suo padre Bernardino (pure lui batterista), gli dissi che volevo vederlo io stesso coi miei occhi. E così, quando io suonavo qualcosa sulla mia batteria, lui subito la ripeteva; eseguendo ritmi sincopati e altre particolarità tecniche; penso lo faccia inconsciamente. Chissà cosa sarà in grado di mostrarci tra un paio d’anni». Julian ha inciso il suo primo cd per la Peacock Records, al Glass House Studio di Ferndale, assieme ad Armstrong, Winfield e Dante Falgiani, alla chitarra. Il titolo è più che appropriato: «Go Baby». Sua madre Lisa, medico, spiega che il marito si metteva Julian in grembo, con cuffie e bacchette in mano, quando aveva solo tre§ mesi. Poi, in seguito, si mise alla batteria (una Dw Collector Series) sedendosi su una sedia alta; e ora «suona mezz’ora per volta, per un paio d’ore al giorno; lo chiede lui, gli piace. E’ un figlio rivelazione che ha superato il padre». I suoi complessi preferiti sono Beatles, Led Zeppelin, The Who, Chicago, ToTo e Rush. I genitori hanno già inoltrato domanda ai giudici del Guinness, per inserirlo nel libro dei primati, quale «più giovane batterista del mondo». Oggi Julian si diverte a intrattenere i genitori e i loro amici, ma si sta preparando a un mini tour. Giuseppe Ballaris