Giorgio Ieranò, ཿPanorama, 28/2/2002; www.comune.fe.it, 28 febbraio 2002
Lucrezia Borgia non fu una «dark lady, perversa, lussuriosa e capace di ogni misfatto», bensì una «donna mite e devota», pronta a sottomettersi alla volontà del padre, Alessandro VI (al secolo Rodrigo Borgia)
Lucrezia Borgia non fu una «dark lady, perversa, lussuriosa e capace di ogni misfatto», bensì una «donna mite e devota», pronta a sottomettersi alla volontà del padre, Alessandro VI (al secolo Rodrigo Borgia). A 13 anni era già sposa di Giovanni Sforza, signore di Pesaro. Cinque anni dopo il Papa scelse il suo secondo marito: Alfonso d’Aragona, duca di Bisceglie. Per togliersi di torno il primo (e annullare il matrimonio), cominciò a insinuare che fosse impotente. Giovanni si rassegnò a lasciare Lucrezia solo quando Ludovico il Moro, imbeccato dal Papa, gli suggerì di smentire la calunnia accoppiandosi con lei davanti a una commissione di prelati. Quattro anni dopo fu fatto fuori anche il secondo marito. Alessandro VI gli mandò i sicari e poi, giacché lui si ostinava ad agonizzare, lo fece strangolare nel suo letto. Il nuovo prescelto fu Alfonso d’Este, primogenito del duca Ercole, intimorito per la fine che aveva fatto il suo predecessore, e tuttavia affezionato all’abitudine di far l’amore con donne di ogni genere. Per contenere questa smania, il Papa gli fece promettere di dormire almeno la notte «con Madonna Lucrezia» (il giorno aveva completa libertà di movimento). In sedici anni di matrimonio Lucrezia fece sette figli, riempì di premure il suocero, si dedicò a ritiri spirituali, esercizi di penitenza e ad una platonica relazione con l’umanista Pietro Bembo. Morì di parto a 39 anni. Uno degli appellativi che i nemici del Papa le avevano affibbiato (per insinuare che aveva una relazione col padre e col fratello): ”Lucrezia: figlia, moglie e nuora di Alessandro”.